Lavoro ai profughi: a Mantova accordo in prefettura per il settore agricolo
Firmato il protocollo con imprese e sindacati di categoria. I richiedenti asilo potranno rivolgersi ai centri per l’impiego
Sandro Mortari
Un’opportunità di lavoro e, quindi, di integrazione per i profughi. È quella offerta dal protocollo Idol, acronimo di «Incontro tra domanda e offerta di lavoro”, promosso dalla Prefettura, e firmato giovedì 19 gennaio da Provincia, Ispettorato territoriale del lavoro, organizzazioni sindacali e datoriali dell’agricoltura.
In base all’accordo le imprese si impegnano a utilizzare la manodopera proveniente dai centri di accoglienza straordinari della Prefettura; dal canto loro, gli immigrati richiedenti protezione internazionale potranno rivolgersi ai centri per l’impiego della Provincia, sottoporsi a profilazione e usufruire dei normali canali per trovare un posto di lavoro nel settore agricolo, bisognoso di forza lavoro.
«Con il protocollo – ha spiegato il prefetto Gerlando Iorio – si incontrano domanda e offerta di lavoro per i richiedenti protezione internazionale. È un documento innovativo in cui si attiva una collaborazione tra tutto il territorio e con il quale si offre agli ospiti dei nostri centri di accoglienza una possibilità di inserimento nel tessuto sociale».
Non solo. «È anche un modo – ha aggiunto il prefetto – per renderli autonomi, abituarli a un approccio legale con il mondo del lavoro, e toglierli dal circuito dell’assistenzialismo. È lo strumento per evitare forme di caporalato e, quindi, di sfruttamento, che si colloca nel solco delle attività intraprese nell’ambito dei progetti Multitasking promossi dalle prefetture di Mantova e Cremona e finalizzati proprio alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del caporalato».
L’ispettorato del lavoro garantirà l’attività di vigilanza mentre i centri per l’impiego hanno già messo a punto dei “modelli” per raccogliere le disponibilità delle imprese e sono pronti per le operazioni di profilazione dei migranti che si rivolgeranno ai loro sportelli direttamente o tramite i sindacati. Il protocollo riguarda, in teoria, i 528 profughi attualmente ospitati nei centri di accoglienza straordinaria, «ma vedremo quanti aderiranno rivolgendosi ai centri per l’impiego» ha sottolineato il prefetto, che ha lasciato intendere come un simile protocollo possa presto essere esteso ad altri settori economici.
Soddisfatti i sottoscrittori.
Il presidente della Provincia Carlo Bottani ha evidenziato «la valenza nazionale del protocollo» mentre Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura, ha sottolineato la carenza di manodopera in agricoltura. «Adesso – ha fatto eco Fabio Mantovani, vicepresidente di Coldiretti – la sfida è inserire in agricoltura personale qualificato». Via libera anche da parte dei sindacati dell’agroalimentare Flai Cgil, Uila e Fai Cisl, rappresentati dai rispettivi segretari generali Marco Volta (con Ivan Papazzoni), Gennaro Pesce e Ciro Di Lena.
Il protocollo, nel dettaglio, prevede una serie di impegni reciproci tra le parti: le associazioni di categoria favoriranno l’ingresso nel mondo del lavoro degli stranieri richiedenti o dei titolari di protezione internazionale che ne facciano richiesta, mediante l’avvio di percorsi formativi e l’assunzione in prova, a tempo determinato o indeterminato nelle imprese aderenti. Le quali, a loro volta, avranno comunicato i fabbisogni di manodopera ai centri per l’impiego. In questo modo sarà assicurato il rispetto dei contratti individuali e collettivi nazionali di riferimento.
L’Ispettorato territoriale del lavoro svolgerà una specifica attività di vigilanza e di supporto tecnico nelle fasi di avvio e svolgimento dell’attività lavorativa.
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