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Mantova, va in pensione dopo 43 anni: torna in reparto da volontaria

Infermiera del Carlo Poma chiede di poter restare senza paga: «Siamo in pochi e c’è bisogno di personale». Per lei solo un rimborso spese

Roberto Bo
1 minuto di lettura
Marina Spinardi è la seconda da sinistra 

L’allarme carenza di infermieri è solo di pochi giorni fa, quando il presidente provinciale dell’Ordine delle professioni infermieristiche aveva lanciato un forte appello agli enti sanitari: «In provincia di Mantova manca almeno un centinaio di infermieri». Appello raccolto dall’Asst, che ha emesso un bando per il reclutamento di nuovo personale attraverso le cooperative. Ma il bando è caduto nel vuoto perché nessuno si è presentato. Non proprio nessuno. Sì, perché quando il legame con la propria attività professionale è così forte anche dopo più di 40 anni di servizio e quando la sirena suona ininterrottamente visto che nei reparti ospedalieri ci sono sempre meno infermieri, allora c’è anche chi si fa avanti con una richiesta che a molti potrebbe sembrare quasi assurda.

Marina Spinardi, 65 anni, di San Benedetto Po, in pensione da due mesi dopo quarantatré anni di lavoro sempre all’ospedale Carlo Poma, una trentina dei quali trascorsi nel reparto di dermatologia, ha chiesto di poter continuare a prestare servizio gratuitamente, sei ore al giorno e per un anno ancora.

«Il mio lavoro mi è sempre piaciuto e quindi mi sento di farlo ancora per un po’. In questo periodo in reparto ci sono alcune assenze per malattia e il problema della carenza di infermieri è ormai cronico un po’ in tutta Italia. Sono andata in pensione a metà dicembre quindi mi sono già riposata quasi due mesi. Tanto so che mi prenderanno per matta, ma sento ancora il bisogno di dare qualcosa al mio ospedale».

E tutto gratis, tranne un rimborso spese. Sì, perché saputa la vicenda, il Rotary club Andes di Virgilio e Curtatone ha deciso di sostenere l’infermiera del Carlo Poma garantendole un rimborso spese. Con il benestare dell’Asst di Mantova e l'appoggio del service club, l'infermiera volontaria tornerà ad occuparsi soprattutto dei pazienti più fragili, un campo in cui si è specializzata nel corso degli anni dopo aver lavorato anche in pneumologia e in dialisi.

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