Discarica di eternit nell’ex cava di Marmirolo: la Regione preannuncia il no
Accolti i rilievi del Comune: «Territorio inadeguato». Il sindaco: «Merito del nostro lavoro di squadra»
Francesco Romani
La Regione preannuncia il “no” alla discarica di materiali contenenti eternit che doveva sorgere il località Campagnazza. Il provvedimento di “preavviso di diniego” porta la data del 15 marzo e da quella data la ditta proponente, la Ammit srl di Brescia, avrà tempo dieci giorni per risolvere le criticità individuate. Cosa estremamente ardua visto che la Regione, seguendo i rilievi segnalati dal Comune di Marmirolo, ma anche dalla Provincia, ha, di fatti, ritenuto che non è tanto il progetto che non funziona, ma la localizzazione. Cosa che è impossibile da modificare.
Il progetto, va ricordato, era stato presentato in regione dalla ditta ad agosto scorso e prevedeva di stoccare lastre contenenti eternit già trattate e lavorate in un’area industriale dismessa da un ventennio di proprietà della società Nuove Strade (famiglia Fontanesi), tuttora esistente e che a Campagnazza di Marmirolo lavorava asfalti. Il sito si trova in prossimità di cave di estrazione tuttora in esercizio e sorge in una ex cava. L’acquisto del terreno è stato realizzato dalla società Aura Green srl di Calcinato a luglio 2022. Il progetto di impianto stoccaggio di Eternit denominato “Greeneral” è invece stato prodotto dalla Ammit srl. Entrambe le società fanno capo all’imprenditore bresciano Mauro Papa. Il conferimento dell’eternit in bancali durerebbe 5 anni per riempire i 350mila metri cubi dell’insavo al ritmo di una quindicina di Tir al giorno.
«La Regione - spiega il sindaco Paolo Galeotti che da subito si è mosso per contrastare l’iniziativa - ha avviato la propria istruttoria nel corso della quale abbiamo potuto presentare i nostri rilievi critici». Per fare questo, il Comune ha costituito un pool di esperti composto dal professor Paolo Colombo per la parte legale, il geologo Carlo Caleffi Carlo e l’ingener Andrea Minari.
«Abbiamo esaminato a fondo il problema - prosegue il primo cittadino - e grazie ai nostri consulenti, elaborato i rilievi che abbiamo sottoposto alla regione nella conferenza di servizi. Siamo soddisfatti del lavoro svolto visto che, di fatto, sono state accolte in toto le nostre riserve ed anche quelle della Provincia che ha evidenziato le criticità sul piano viabilistico».
Per la Regione, in sostanza, il progetto è carente dal punto di vista delle valutazioni sui rischi ambientali in caso di malfunzionamento. Poiché la zona, essendo ghiaiosa, è vulnerabile per la permeabilità dei terreni che, in caso di inquinamento, permetterebbero alle sostanze di raggiungere la falda. Un rischio troppo grande, visto che proprio qui si ricaricano le acque di falda che poi vengono estratte per gli acquedotti di un’ampia zona del Mantovano. La ditta, invece, ha presentato solo una scarna relazione che necessiterebbe invece, secondo la Regione, di un ampio studio sulle condizioni di salvaguardia dell’ambiente idrico sotterraneo.
In secondo luogo, sempre come evidenziato dal Comune di Marmirolo, trattandosi di un terreno oggetto in passato di attività estrattive e industriali, serve una precisa caratterizzazione del comportamento del fondo della cava, assente nel progetto. Come manca, infine, sia un piano di sorveglianza e controllo delle eventuali dispersioni di fibre di amianto in atmosfera, che dell’impatto viabilistico con dati aggiornati.
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