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Mantova, la disperazione di una madre: «Mia figlia, quattordici anni, drogata e in fuga»

La donna si rivolge alle forze dell’ordine: la ragazzina trovata ai giardini di Valletta Valsecchi

Giancarlo Oliani
1 minuto di lettura

Due figlie, di quattordici e sedici anni, ospiti in due diverse comunità di tossicodipendenti, la prima a Modena, la seconda a Bologna. La più giovane nelle ultime due settimane è scappata dalla comunità tre volte. L’ultima fuga due giorni fa. La mamma, per cercarla, si è licenziata dal posto di lavoro. Notte e giorno in giro per la città, con la foto della figlia in mano. Una donna disperata, perché teme per la sua incolumità ma anche per la propria, visto che durante le ricerche si è esposta.

Anna (la chiamiamo con un nome di fantasia) ha problemi di dipendenza già da un anno e da febbraio, su disposizione del servizio tutela dei minori di Mantova, è stata assegnata a una comunità di recupero di Modena, dalla quale è fuggita per la prima volta il 13 febbraio, fingendo di andare a scuola.

«Invece – racconta la madre – ha preso un treno per Mantova. Mi hanno avvertito della fuga e ho iniziato a cercarla. Mostrando a tutti una sua foto sono arrivata alle giostre di palazzo Te. Lì l’ho vista, ho cercato di raggiungerla ma non ce l’ho fatta, è scappata».

Il giorno dopo la donna, sempre con la foto della figlia tra le mani, ha saputo che era andata ad abitare in un appartamento di Lunetta insieme a due giovani nigeriani. «Ho capito dove si trovava perché ha telefonato a un amico per dirgli che non aveva nulla da mangiare. L’ha trovata in un bar, ha cercato di convincerla a tornare ma lei è fuggita ancora, è andata a stare in un altro appartamento. Ma l’ho trovata e lo stesso giorno è stata di nuovo trasferita a Modena».

E arriviamo all’ultimo atto. Il 15 marzo Anna fugge di nuovo dalla comunità. «Nessuno mi ha avvertita. Sono andata a cercarla ancora a Palazzo Te mostrando la sua foto. Qualcuno mi ha detto di averla vista allontanarsi con un gruppo di ragazzi stranieri verso Cittadella. Senza perdere un secondo sono partita. Sono arrivata in un condominio lugubre e sporco. Sono entrata e l’ho trovata in una stanza che beveva e fumava insieme a una ragazzina di dodici anni che conosco di vista. L’ho caricata in auto e portata via. Sono stata inseguita da un gruppo di giovani che ha fotografato la mia auto. Non so cosa vogliano fare, ma sono terrorizzata: temo che vogliano violentarla».

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