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La prefettura di Mantova in cerca di alloggi per i profughi, presto un altro bando

Ai 600 lavoratori stagionali si aggiungeranno i profughi che già sono accolti nei centri straordinari del Mantovano

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Ai 600 lavoratori stagionali in arrivo nei prossimi mesi grazie al decreto flussi, presto si aggiungeranno i profughi che chiedono protezione internazionale. La prefettura si sta organizzando per accogliere i migranti giunti in Italia a bordo dei barconi approdati a Lampedusa o sulle coste della Calabria e per continuare a garantire l’ospitalità ai circa 500 che già sono presenti nei centri di accoglienza straordinari del Mantovano. Ancora non si conoscono le quote assegnate alle regioni per alleggerire i centri di accoglienza della Sicilia e della Calabria; per la Lombardia si parla di 300 nuovi arrivi, di cui il 10% potrebbe essere dirottato a Mantova.

I richiedenti protezione internazionale arrivano al centro della Croce Rossa di Bresso (Milano) e da lì vengono smistati nelle province: la prima tappa per tutti è la questura del territorio dove sono destinati e poi le strutture di accoglienza. Ad occuparsi del trasferimento è la prefettura di riferimento: quella di Mantova ha indetto una gara apposita per individuare un operatore economico a cui affidare il servizio di trasporto sino alla fine dell’anno, di cui ancora non si conosce l’esito. Per assistere per i prossimi due anni i profughi già presenti e gli altri che arriveranno nel giro di qualche mese la prefettura ha pubblicato un bando da 13 milioni di euro per trovare 600 posti in unità abitative fino a cinquanta posti.

Le cooperative sociali, le associazioni, gli operatori economici privati specializzati nella gestione dei centri di accoglienza potranno presentare le loro proposte entro il 14 aprile per mettere a disposizione alloggi dove ospitare quattro o cinque persone e garantire una rete di servizi che vada oltre il vitto e l’alloggio. Intanto la prefettura sta preparando un altro bando per cercare altri 200 posti questa volta in centri con più di cinquanta posti, che inevitabilmente saranno gli hotel, come accaduto qualche anno fa in occasione della prima emergenza profughi.

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