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Seicento immigrati sono in arrivo: lavoreranno nelle campagne mantovane

Le richieste con il click day dalle organizzazioni agricole. La sola Confagricoltura ha presentato 450 domande

Sandro Mortari
1 minuto di lettura

Sono seicento le domande inoltrate dalle quattro organizzazioni agricole per avere lavoratori stagionali extracomunitari da impiegare nei campi. Il click day del 27 marzo scorso si è concluso con una richiesta di manodopera che servirà a colmare i buchi che si sono aperti a causa della difficoltà a trovare tra gli italiani chi raccoglierà frutta e ortaggi.

Confagricoltura, con le sue 450 domande per le aziende associate, è quella tra le organizzazioni agricole ad aver effettuato online il maggior numero di domande. Segue, distanziata, la Coldiretti che ha presentato 60 domande. Copagri, la Confederazione dei produttori agricoli, ha presentato una cinquantina di domande, e solo per alcune aziende agricole del Basso Mantovano.

Ultima, con 40 richieste, è la Confederazione italiana agricoltori per soddisfare le esigenze di tre-quattro aziende soprattutto per la raccolta degli ortaggi. Ora bisognerà attendere le verifiche da parte del ministero del lavoro che dovrà dare il definitivo nulla osta alle assunzioni.

Con il decreto flusso 2023 la parte burocratica è stata semplificata in modo da rendere più facile per le aziende assumere la manodopera di cui hanno bisogno. Così, già in fase di domanda le aziende dovevano indicare dove il lavoratore migrante avrebbe risieduto durante la sua permanenza temporanea in Italia (sei mesi): di solito sono le stesse aziende a mettere a disposizione gli alloggi; in alternativa, saranno parenti o amici ad ospitare i lavoratori. Già con la presentazione della domanda di assunzione le aziende dovevano indicare se erano in regola con i versamenti contribuitivi, per cui anche questa incombenza è stata assolta prima, velocizzando i tempi. Nella domanda doveva anche essere incluso l’indirizzo dell’ambasciata italiana in cui la prefettura poi invierà il nulla osta per l’ingresso in Italia. Solitamente, chi beneficia del decreto flussi è già in Italia: quando sa che il nulla osta è arrivato all’ambasciata italiana nel suo paese, rientra per avere il documento e poi rientra in Italia. Va anche ricordato che oltre agli stranieri in arrivo, le aziende agricole di solito attingono a personale immigrato già presente nel territorio.

Il decreto flussi ha acconsentito all’ingresso di 82.705 stranieri, di cui 22mila destinati al settore agricolo. Con le organizzazioni agricole poteva presentare domanda anche Confcooperative. Che, però, non ha avuto necessità di farlo: «La nostra realtà associativa – spiegano dalla sede di vicolo Cappello – è basata su aziende della trasformazione lattiero-casearia, settore che non ha bisogno di manodopera stagionale». Il decreto prevede l’ingresso di lavoratori stagionali anche nel settore turistico-alberghiero, di non stagionali in altri settori, come l’edilizia, e di lavoratori autonomi.

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