L’inviato della Rai a Mantova: «Una soluzione diplomatica per finire la guerra in Ucraina»
Ne è convinto Nico Piro, giornalista e inviato di guerra del Tg3 ospite della Cgil di Mantova
Emanuele Salvato
«È passato più di un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e non abbiamo imparato nulla da quest’anno, così come non abbiamo imparato nulla da vent’anni di guerra in Afghanistan. La guerra non risolve i problemi, li aggrava. Continuiamo a contare morti fra i soldati russi e quelli ucraini, vittime civili ucraine, ma la politica internazionale è concentrata solo su come mandare armi per aumentare le potenzialità belliche di entrambe le parti. Nessuno parla più di pace, ma la via diplomatica dei negoziati rimane l’unica praticabile per fermare questa guerra». Ne è convinto Nico Piro, giornalista e inviato di guerra del Tg3 ospite della Cgil di Mantova nell’incontro organizzato dal sindacato insieme ad Emergency e Anpi provinciale nel corso del quale, dialogando con il segretario generale della Camera del lavoro Daniele Soffiati, il giornalista ha presentato il suo libro “Maledetti pacifisti” (People).
«La pace – ha detto ancora Piro di fronte un pubblico numeroso – è un valore che deve tornare fortemente nel dibattito politico, altrimenti siamo condannati a un conflitto destinato a durare anni con un sacrificio enorme da parte della popolazione civile e il rischio per tutta Europa di avvicinarsi, sempre più, al baratro della guerra nucleare».
Insomma, quella che doveva essere una guerra lampo sta diventando una guerra della quale si fatica a vedere la fine: «Le guerre lampo – ha detto ancora Piro – esistono solo sui manuali di strategia militare e già nel marzo scorso scrissi che se non si fosse trovata una soluzione diplomatica questa guerra sarebbe durata anni. Una posizione sostenuta anche dal capo di stato maggiore delle forze armate americane, non certo un pacifista, ben quattro volte nell’ultimo mese». Urge un mediatore, ma chi potrebbe essere? «Credo che l’Onu – ha spiegato il giornalista – sia fuori uso per il diritto di veto della Russia, mentre Erdogan non credo sia all’altezza di una mediazione così importante. A mio parere lo sarebbe Angela Merkel, ma pare essere una figura sgradita all’Ucraina. In ogni caso bisogna fare in fretta, perché ogni minuto che passa ci sono persone che muoiono e la loro vita non può essere restituita».
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