La parata contestata dall’Anpi rientra a Felonica da Mirandola
Il ritorno nel Mantovano dei 120 mezzi militari e di quattrocento figuranti
Giorgio Pinotti
La Colonna della libertà ieri è rientrata a Felonica, dopo aver attraversato diversi Comuni del Ferrarese e del Modenese. Nel primo pomeriggio il corteo di mezzi militari è passato anche per il centro di Poggio Rusco, dove molti abitanti si erano portati sul corso principale, via Matteotti, per assistere alla sfilata.
L’ultima tappa della colonna è stata proprio quella di Mirandola dove era scoppiata la polemica: la locale sezione dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi) aveva infatti parlato di «divise naziste» presenti nel corteo. In un comunicato Anpi Modena scrive che «nel corteo non sono previsti i partigiani. Si ignora forse che la guerra fu anzitutto una lotta antinazista e antifascista?»
Accuse respinte al mittente dagli organizzatori, i due musei, quello della Seconda Guerra mondiale di Sermide e Felonica e Gotica toscana: «Accuse assurde, la colonna è semplicemente un museo itinerante. Sono le collezioni dei musei che escono dalle strutture chiuse, tra tutti i mezzi ce ne sono alcuni tedeschi e alcune divise, che appartengono però a reparti combattenti dell'esercito, non a milizie naziste. La Colonna della libertà rappresenta i musei che escono dalle mura per essere ambasciatori della memoria e monito di pace». La polemica sulla Colonna, che ha ottenuto l’Alto Patronato della Presidenza ella Repubblica per il suo valore storico, non sembra spegnersi: uno degli organizzatori, il museo di Felonica ha in programma un evento organizzato per sabato in memoria di una partigiana.
Va ricordato che la manifestazione ha attraversato diversi comuni ferraresi e modenesi e visto impegnati oltre 400 figuranti e 120 mezzi militari.
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