Per “Lambrusco a Palazzo” in 800 nei chiostri del Polirone
Numeri in crescita rispetto all’edizione del 2019, prima del Covid
Oriana Caleffi
Un brindisi con le bollicine per circa ottocento visitatori, tante sono state le presenze di “Lambrusco a Palazzo”, che a San Benedetto Po ha animato nel fine settimana i chiostri dei Secolari e di san Simeone all’interno del Polirone.
Numeri in crescita rispetto alla precedente edizione del 2019, quella prima del Covid, che hanno riempito di soddisfazione gli organizzatori: il Comune, la Strada dei Vini e dei Sapori Mantovani e Onav. Diversificate le provenienze, non solo dalle quattro province coinvolte (Mantova, Parma, Reggio Emilia e Modena), ma anche da Brescia, Bergamo, Milano e dalla zona del Garda, segno di un’efficace promozione che ha saputo abbinare il richiamo del vino Lambrusco, coltivato in zona fin dal tempo dei monaci, con quello del prestigio dell’ex abbazia benedettina.
L’evento è stato l’occasione per confermare alcune tendenze, come la predilezione verso i rosati ottenuti con metodo classico, o come la preferenza verso il lambrusco secco piuttosto che verso l’amabile, espressione di un gusto che si va affinando e di una vinificazione che propone una qualità migliore.
I visitatori hanno mostrato gradimento anche verso i lambruschi biologici ottenuti dall’azione di lieviti autoctoni spontanei, raccolti nell’area “Indigeno”, un’ode alla naturalezza di questo vino che si concede pure agli attualissimi temi di sostenibilità economica e ambientale. Tra le cinquanta cantine che hanno messo in mostra circa 150 tipi di vino, ce n’erano anche due sambenedettine: la Bugno Martino dell’omonima frazione e La Fiuma di Portiolo.
Significativo è stato lo spazio occupato dalle donne nell’ambito della manifestazione: ormai sono in maggioranza nel Consiglio provinciale di Onav, erano tantissime alle postazioni pronte a riempire i bicchieri ma anche a dare precise spiegazioni sulle caratteristiche della bevanda e sulla tecnica di vinificazione. Tante le donne anche tra i visitatori che hanno voluto sperimentare le varie sfumature dei vini in esposizione.
È stata gradita anche la proposta della Pro loco di far conoscere il salame cotto sotto la cenere, una specialità locale che si è ben abbinata al frizzante del vino.
I commenti dei lettori