La Romagna devastata tiene banco al festival Food&Science di Mantova che apre col ministro
Lollobrigida: «Per l’agricoltura i danni sono incalcolabili». Giansanti: «Serve la scienza per vincere le sfide future»
m.v.
«I danni per l’agricoltura sono incalcolabili e solo a fine emergenza capiremo quanto l’alluvione ha inciso sui raccolti e sulla tenuta delle piantumazioni, ma c’è anche un altro fattore di rischio ed è quello che le persone di fronte ai danni loro provocati da un evento così catastrofico scelgano di mollare». Parte dalla catastrofe in Emilia Romagna il ministro all’Agricoltura e alla Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, nel suo intervento a distanza all’inaugurazione del festival Food&Science.
Parla di «obiettivo prioritario» ovvero «salvaguardare vite e cose» e di «predisporre la ricostruzione» a cui però si potrà pensare solo in quella che etichetta come la Fase 3: prima bisogna passare dalla fase del salvare il salvabile e poi dalla sospensione degli obblighi fiscali e contributivi. Intanto già martedì, annuncia, il governo inizierà a programmare come «indirizzare i fondi che all’inizio non saranno sufficienti perché il danno è enorme» e ad attivare anche «aiuti europei come avvenuto per altre nazioni». Parte dall’Emilia senza però affrontare il tema centrale della protezione del territorio da rischi di devastazioni ormai sempre più frequenti (Ischia è solo di pochi mesi fa) per spostarsi sulle politiche comunitarie in tema di sicurezza alimentare puntando il dito contro l’aver lasciato che nazioni «non con i nostri valori avessero in mano lunghe filiere produttive e così ci siamo trovati la nostra sovranità alimentare messa in discussione» fino ad immaginare in Africa uno sviluppo agricolo grazie «alle nostre conoscenze portate lì» non senza tralasciare la «sfida per un’agricoltura più resistente con meno consumo di suolo a parità di produzione» grazie alla genetica. Tema quest’ultimo al centro della tavole rotonde successive che hanno visto scienziati e addetti ai lavori confrontarsi sulle nuove frontiere dell’innovazione nel settore agricolo a partire da quelle tecniche di “evoluzione assistita” che consentono di correggere il Dna delle piante.
«L’agricoltura non deve avere confini per vincere le sfide future, la popolazione mondiale aumenterà molto nei prossimi anni e occorrerà aumentare la produzione preservando le risorse e questo festival serve per parlare di scienza e tecnologia buona per migliorare la qualità della vita» ha spiegato il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Un festival che per l’assessore all’Ambiente Andrea Murari «ha una funzione civica perché inquadra i grandi problemi del nostro tempo come il cambiamento climatico, la salute alimentare, la sicurezza e ci invita a guardarle dal punto di vista della scienza quale faro che deve guidarci nelle scelte».
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