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«Dei seimila vegetali commestibili solo 8-9 sfamano il 90% di noi»

Al Food & Science festival l’importanza di diversificare. Saladino: «Grano e mais coprono il 60% dell’alimentazione»

Serena Marchini
1 minuto di lettura

«In tutto il mondo stiamo perdendo la diversità». Nella giornata di chiusura del settimo Food & Science Festival è arrivato, con una conferenza molto partecipata al Bibiena (“Mangiare fino all’estinzione”), il conduttore britannico della Bbc Dan Saladino, da quindici anni specializzato in cibo e agricoltura. Saladino, origini siciliane di Ribera, ha speso anni viaggiando nei cinque continenti per rintracciare i segni della biodiversità a rischio o definitivamente perduta e lanciare un grido d’allarme: «Siamo stati dei riduzionisti. La scienza ha fatto tanti passi avanti, ma non abbiamo capito la natura. Ne abbiamo escluso la complessità, ma ora ci accorgiamo che ne abbiamo bisogno. Speriamo, in futuro, di prendere decisioni migliori».

Nei suoi pellegrinaggi, Saladino è andato sulle tracce dei cibi che rischiano di scomparire danneggiando natura, economia, salute e cultura. Colture e animali da allevamento che si trovano, oggi, in via di estinzione a causa della scelta globale di sacrificare la diversità alimentare in nome di una generalizzazione più conveniente e redditizia. Il giornalista inglese ha incontrato gli Hadza in Tanzania, una delle ultime tribù di cacciatori e raccoglitori, che difende tenacemente la sua dieta amplissima composta da ottocento alimenti diversi. Nel sud del Messico ha rintracciato un rarissimo mais che contiene decine di batteri benefici. Nelle Far Oer, invece, la carne fermentata che garantisce alla popolazione locale la sopravvivenza in un ambiente tutt’altro che ospitale.

Quanta biodiversità abbiamo già lasciato indietro nel corso dei decenni? Quantificare non è semplice, ma alcuni dati danno la dimensione del problema. «Esistono seimila tipi di vegetali commestibili – spiega Saladino – ma attualmente soltanto otto o nove danno da mangiare al 90% della popolazione terrestre. Riso e grano provvedono al sessanta per cento dell’alimentazione mondiale. Alleviamo solo tre generi di avicoli, mentre metà dei formaggi si basa su un unico enzima».

«Tutto questo – conclude il ragionamento Saladino, parlando proprio nella Giornata internazionale per la diversità culturale – ci rivela la meraviglia della tradizione che, se unita alla tecnologia, è la strada da seguire se non vogliamo vivere in un mondo in cui tutti ascoltiamo la stessa musica, vestiamo nello stesso modo e mangiamo anche lo stesso cibo».

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