Si allungano i tempi per l’autostrada Mantova-Cremona: i sindaci protestano
Continua il braccio di ferro Regione-concessionaria al Tar. Torchio: «Servono risposte subito a un territorio penalizzato»
Sandro Mortari
Si allungano ancora i tempi per arrivare ad una decisione sull’autostrada Mantova-Cremona. Che si faccia o meno dipende ormai dall’esito del contenzioso in corso al Tar tra la Regione e la società concessionaria, e cioè la Stradivaria. La prossima udienza, dopo quella interlocutoria di aprile, è fissata per novembre e fino a che non se ne conoscerà l’esito non si saprà se l’autostrada si farà o no. Nel frattempo, trascorreranno altri sei mesi senza che si riesca a dare una risposta al la viabilità sempre più precaria tra Mantova e Cremona, sulla via per Milano. Sembrava che tutto propendesse per la costruzione dell’autostrada quando la Regione, dopo aver dichiarato nel 2019 l’insostenibilità economica dell’opera, a fine 2021 decise di acquistare il progetto da Stradivaria, sborsando quasi 25 milioni di euro, per farsela in proprio. Incaricò dell’acquisto la sua società Aria che poi avrebbe dovuto costruire l’infrastruttura. A quel punto Stradivaria si oppose ricorrendo al Tar per chiedere un risarcimento del 10% del costo dell’opera, nel frattempo rivisto al ribasso a 883 milioni, le spese di progettazione e l’indennizzo per la rinuncia alla concessione. Un conto di 130 milioni di euro.
Lo slittamento dei tempi ha fatto infuriare i sindaci di Bozzolo, Giuseppe Torchio e di Calvatone (Cremona), Valeria Patelli, anche consiglieri provinciali delle rispettive Province. «Non si tratta di privilegiare l’autostrada oppure il raddoppio della statale Padana Inferiore – prendono ora posizione – quanto di prendere in considerazione che, passato il periodo delle promesse elettorali, nessuna decisione è stata assunta né nell’un senso né nell’altro, mentre incombe il richiesto raddoppio ferroviario che, tra pochi mesi, riverserà sulle strade migliaia di Tir, anche in considerazione della presenza del secondo polo siderurgico nazionale e in aggiunta all’intenso traffico veicolare esistente». Per i due primi cittadini «la realizzazione di entrambe le infrastrutture sarebbe la risposta alle sollecitazioni provenienti dal mondo economico e produttivo di entrami i territori». E sottolineano, però, che per quanto riguarda l’autostrada esiste ancora il buco nero tra Marcaria e Piadena il cui tratto, a suo tempo assegnato al Tibre, non è mai stato progettato. «Peraltro – sottolineano – nell’area interessata dalla statale 10 non sono stati realizzati interventi dagli anni ’70» a differenza di altri territori delle due province. «È, quindi, necessaria una sollecita risposta a livello istituzionale, onde fornire al territorio quelle risposte che sono richieste da decenni e che non dipendono dalla volontà delle amministrazioni locali».
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