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Abusi sessuali su un minore in Kenya, il mantovano Camellini condannato a 30 anni in appello

All’imbianchino di Goito la pena è stata ridotta: in primo grado era stato condannato all’ergastolo

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L'Alta Corte della città di Kisumu, in Kenya, ha confermato in appello l'accusa di abusi sessuali su un bambino di tre anni per l’imbianchino 51enne di Goito Paolo Camellini, riducendo però la pena da scontare dall'ergastolo a 30 anni di reclusione. C'è ancora, quindi, la possibilità di un ricorso in Cassazione.
Il giudice Roseline Aburili ha confermato le accuse a carico del mantovano, sul minore, figlio adottivo della sua ex compagna keniana, respingendo le obiezioni prodotte dalla difesa.

Il magistrato ha però ridotto la pena in quanto l'uomo era incensurato, come riporta il sito Uzalendo News.
Camellini è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Kondiaka, a Kisumu, dal 16 febbraio 2022, quando l'ex compagna lo aveva accusato di aver abusato del bambino.

Nell'agosto dello stesso anno era arrivata la prima sentenza, nonostante l'italiano si fosse sempre professato innocente e, secondo l'avvocato Isaac Okero, le prove a suo carico presentassero «numerose lacune».
La famiglia in Italia ha sempre supportato il parente, chiedendo giustizia e recandosi in visita a Kisumu lo scorso febbraio. Secondo i familiari – la madre Lisa Bellato e il fratello Mauro che abitano a Goito; Federica che vive nel Bresciano e Luca – Paolo sarebbe caduto in una trappola ordita, forse per ottenere vendetta o denaro, dall’ex moglie Brenda, kenyana sposata tredici anni fa a Goito. L'Ambasciata d'Italia a Nairobi, che ha seguito il caso fin dall'inizio, era presente alla sentenza di appello. Ora resta la speranza del terzo grado di giudizio.

«La decisione del giudice è scoraggiante - ha commentato l'avvocato Okero all'Ansa - abbiamo intenzione di ricorrere all'Alta Corte d'Appello e dare battaglia per la libertà di Paolo».

Al momento dell’arresto, il 15 febbraio del 2022, Camellini si trovava in Kenya, a Kisumo, la terza città del paese, sul lago Vittoria. Una località lontana dai centri turistici frequentati dagli italiani, ma dove aveva un alloggio in un quartiere popolare. Qui era arrivato, come faceva da anni, per passare le ferie e stare vicino all’ex moglie Brenda, keniana, sposata prima del 2009 in Italia e che dopo la separazione qualche anno fa era tornata in patria.

La donna in Kenya aveva anche adottato un bimbo, oggi di quattro anni. Bimbo al centro dell’accusa presentata dalla donna nei confronti dell’ex marito. Una contestazione pesantissima, violenza sessuale, che dopo sei mesi di indagini, il Tribunale di Kisumo ha ritenuto fondata, condannando Camellini in primo grado all’ergastolo. Ora la condanna è stata confermata, ma ridotta a trent’anni. Il legale di Camellini promette ricorso.

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