Maltrattava marito e figli: fermata e arrestata durante un controllo a Mantova
La donna, 55 anni, è stata condannata in via definitiva: ripete di essere vittima di una macchinazione dell’ex compagno facoltoso

L’hanno rintracciata durante un servizio di controllo straordinario del territorio – concentrato nel sottopasso alle spalle di Palazzo Te, nei giardini Nuvolari e nel quartiere di Lunetta – libera, nonostante ad aprile fosse stata condannata in via definitiva per maltrattamenti nei confronti del marito e dei figli.
Così una donna di cinquantacinque anni, che agli agenti avrebbe riferito quanto ripetuto in aula, di essere cioè vittima di una macchinazione giudiziaria ordita dall’ex compagno, professionista facoltoso e influente. Versione disperata, smentita anche dalle testimonianze dei figli. Quasi una notizia alla rovescia – questa di una moglie e mamma che infligge violenza alla sua famiglia – in un orizzonte dove il maltrattante è per definizione uomo. Condannata a due anni e due mesi, la donna dovrà scontare la pena in carcere, dov’è stata accompagnata dagli stessi agenti che l’avevano identificata: niente sospensione oltre il tetto dei due anni.
Ad alimentare la furia della donna, secondo quanto accertato dai giudici, la crisi coniugale che stava annegando il suo matrimonio. «In casa c’era un clima di terrore. Urla e insulti irripetibili contro di me e contro i ragazzi. Era diventata ingestibili e faceva paura». Aveva raccontato il marito in aula, durante il processo di primo grado. Un racconto doloroso, frenato dal pudore, dal disagio di dover squadernare la propria vita in pubblico.
Oltre all’arresto della donna, il bilancio del servizio straordinario disposto dal questore Roatta conta settantacinque persone identificate, ventiquattro automobili controllate e un ventunenne sorpreso con diciassette grammi di hashish: denunciato per spaccio, il giovane dovrà rispondere anche dell’inosservanza dell’ordine di lasciare il territorio nazionale. In azione gli operatori del Reparto prevenzione crimine di Reggio Emilia, insieme agli specialisti del Gruppo operativo misto della polizia locale di Mantova e della Squadra mobile della questura.
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