Negli ultimi anni sempre più, gli effetti dei cambiamenti climatici sono arrivati nella nostra quotidianità, portando inaspettate fioriture a gennaio, fiocchi di neve in primavera, inondazioni, siccità, caldo torrido e montagne senza neve. Ora gli esperti ci invitano a riconsiderare un altro aspetto della nostra quotidianità in base agli effetti del cambiamento climatico: la cura della pelle. La medicina ambientale, infatti, vede nella pelle uno degli indicatori più accurati e attendibili dei cambiamenti climatici, essendo l'organo del nostro corpo più a contatto con il mondo esterno, quindi anche il più esposto all'inquinamento atmosferico.
Come scegliere un cosmetico sostenibile?

Certo è che il primo modo di adattare la nostra skincare al cambiamento climatico è fare la nostra parte per provare a fermarlo, per esempio scegliendo cosmetici eco-friendly negli ingredienti, nelle formule, nella filiera produttiva e nel packaging, oltre ad avere una routine minimalista. Ce lo ha appena ricordato anche Stella McCartney, che con la nuova linea skincare ha appena annunciato la collaborazione con cinque attiviste socio-ambientali (Jane Goodall, fondatrice del Jane Goodall Institute e messaggera di pace delle Nazioni Unite, Xiye Bastida, vincitrice dell'UN Spirit Award e co-fondatrice della Re-Earth Initiative, il coltivatore domestico ecologico Poppy Okotcha, Christabel Reed, fondatrice delle piattaforme EcoResolutio, e il creatore e comunicatore digitale Tammy Gan). "Il nostro marchio si impegna a guidare il cambiamento e ad amplificare i messaggi importanti di questi cinque incredibili artefici del cambiamento. Sono entusiasta di collaborare con loro, costruendo insieme questa coraggiosa comunità che crede nel fare le cose in modo diverso", ha detto la designer.
Se provare a contrastare il cambiamento climatico è una priorità sempre più urgente, tanto per i clienti quanto (di conseguenza) per i marchi, riconoscere che i suoi effetti si stanno già vedendo sulla nostra pelle è una presa di coscienza realistica. "Variazioni di temperatura e di umidità e aumento delle radiazioni ultraviolette vengono gestiti dalla pelle con adeguamenti della fisiologia cutanea che possono consistere in alterazioni della vascolarizzazione, maggiore produzione di melanina (quindi rischio di macchie, ndr), ispessimenti o assottigliamenti dello strato corneo, minore o maggiore produzione di sudore e alterazione del film idrolipidico", ci spiega la dottoressa Elisabetta Fulgione, dermatologa dell’Università degli Studi della Campania Vanvitelli e Tesoriere Nazionale SIME (Società Italiana di Medicina Estetica).
A questo si aggiungono i danni dell'inquinamento atsmoferico: "Gli agenti inquinanti come ozono, zolfo, piombo e ossido di azoto si depositano sull’epidermide, formando una patina che può ostruire i pori, limitando la fuoriuscita del sebo nonché l’ossigenazione della pelle e determinando la comparsa di problematiche e inestetismi cutanei. Irritazioni, macchie cutanee e tumori sono solo alcune delle manifestazioni cutanee che confermano i danni di cui sono capaci l’inquinamento, il buco dell’ozono e le variazioni climatiche sulla cute", continua la dottoressa Fulgione.
Il beauty-case che protegge da inquinamento e cambiamenti climatici
Variazioni di temperatura, aumento dei raggi UV e contatto con agenti inquinanti (come ozono, zolfo e ossido di azoto) possono creare non pochi problemi alla pelle: squilibri nella produzione di melanina, ispessimenti o assottigliamenti della pelle, minore o maggiore produzione di sudore, ma anche pori ostruiti, rosacee e dermatiti. Per proteggere la pelle del viso, una delle più esposte all'ambiente esterno, la cosmetica può aiutare con detergenti delicati e creme specifiche per riequilibrare e rinforzare la barriera cutanea
Inquinamento, sbalzi termici e problemi cutanei
Non è un caso se le variazioni di temperatura e umidità e l'inquinamento sono aumentati di pari passo con alcune problematiche della pelle come dermatiti irritative, allergiche e seborroiche, ma anche acne, rosacea e disidrosi. "La barriera cutanea, soprattuttto delle pelli più secche, risulta estremamente sensibile a ozono e polveri sottili, che possono raggiungere anche gli strati più profondi dell’epidermide", continua la dermatologa, spiegando che pruriti e sensazioni di disagio sono solo alcuni dei sintomi di un eccessivo inquinamento. Inoltre, in questo periodo bisogna fare i conti anche con gli sbalzi termici tra interno ed esterno: "Gli sbalzi di temperatura e umidità possono peggiorare i quadri clinici di chi soffre già di psoriasi, acne, couperose e rosacea, rendendo la cute più secca e provocando modifiche della normale attività di vasocsotrizone e dilatazione del microcircolo cutaneo".

Cambiamenti climatici e invecchiamento della pelle
Cambiamenti climatici e polveri sottili mettono a dura prova anche le pelli più sane perché, in quanto fonte di stress, stimolano la produzione di radicali liberi e la comparsa dei primi segni d’ invecchiamento cutaneo. "Diversi studi hanno dimostrato la correlazione tra invecchiamento precoce e inquinamento: le impurità presenti nell’aria delle nostre città si depositano ogni giorno sulla pelle e stimolano l’azione dei radicali liberi, che riducono la produzione di collagene ed elastina con conseguente accelerazione del processo di aging, comparsa di rughe, riduzione di tono ed elasticità. Inoltre, l'impatto degli inquinanti sulla pelle è potenziato dal calore e dai raggi UV, che raggiungono la Terra in modo sempre più massiccio e aggressivo a causa delle variazioni climatiche e del buco dell’ozono. Il loro effetto combinato, oltre a rendere la pelle più sensibile, può causare disidratazione, stress ossidativo, invecchiamento prematuro e sviluppo di disturbi pigmentari", spiega la dottoressa Elisabetta Fulgione.

La routine a prova di cambiamento climatico
Per questo è sensato adattare le proprie abitudini cosmetologiche in base all’ambiente circostante e alle esigenze della propria pelle, a partire dalla detersione, che la dermatologa consiglia di fare in due fasi secondo il rituale della doppia pulizia. "La sera, suggerisco di fare un primo passaggio usando un’acqua micellare o uno struccante bifasico per rimuovere il trucco, successivamente, mattino e sera, passare alla detersione a risciacquo con un detergente non schiumogeno che pulisca per affinità, come una mousse o un olio, rimuovendo i restanti residuo di trucco, sporco e inquinanti lasciati sulla pelle". Alla detersione segue l'idratazione con creme mirate e attivi specifici: "L’ acido ialuronico, con la sua azione idratante, e le vitamina A, C, E potranno aiutare a mantenere la barriera cutanea in buono stato svolgendo un importante azione anti radicalica e stimolando la produzione di collagene ed elastina", suggerisce la dottoressa. La protezione solare, tanto più nell'era del cambiamento climatico, è fondamentale in tutte le stagioni: "I raggi UV rappresentano ancora uno dei maggiori fattori di stress ambientale, per questo un prodotto con SPF deve sempre far parte della routine quotidiana per proteggere la pelle, sia in estate, sia in inverno". Un ulteriore aiuto può venire dagli integratori orali. "Diversi studi suggeriscono l’assunzione della Niacinamide, vitamina in grado di ridurre gli effetti negativi della polvere urbana, del fumo di sigaretta, della polvere diesel e del benzo-a-pirene, aiutando la pelle a ripristinare la sua barriera cutanea", conclude la dermatologa Elisabetta Fulgione. Infine, lo stile di vita fa la differenza, in particolare sono consigliate "attività fisica regolare, dieta equilibrata e buona qualità del sonno".
Green beauty: i cosmetici eco-concepiti
In materiali riciclati e/o riciclabili, pensati per evitare gli sprechi ed essere differenziati facilmente, oppure dentro imballaggi ricaricabili: i prodotti beauty tanto buoni per la pelle quanto sostenibili per l'ambiente