"Da sempre credo nella manifattura italiana di qualità. Il nostro Paese è la seconda patria del gruppo Lvmh: quasi tutti i nostri brand vengono a produrre qui. Noi italiani abbiamo un occhio e un gusto educati al bello: è una dote che ci permette di essere tra i trendsetter del mondo". Direttore generale del gruppo e braccio operativo di Bernard Arnault, Toni Belloni spiega la genesi e gli obiettivi del programma Mestieri d’Eccellenza, il progetto con cui il gigante del lusso già oggi e per tutti i prossimi anni cercherà e formerà le maestranze necessarie allo sviluppo delle maisons. Il punto di partenza è l’esigenza di avvicinare sempre più giovani ai nostri mestieri, ma anche perpetuare le esperienze artigianali e integrare nuove tecnologie per rendere più qualitative e competitive le nostre filiere.
"I nostri marchi hanno sempre avuto una scuola interna per far crescere nuovi apprendisti, ma a un certo punto si è reso necessario lavorare a un programma più ampio", racconta. "Nel 2021 abbiamo fatto un salto di qualità coinvolgendo tutto il gruppo dirigente, per dare maggior visibilità ed efficacia ai Mestieri d’Eccellenza. Oggi è un programma articolato, dai contatti nelle scuole medie, con i ragazzi più giovani, fino al culmine del premio ai virtuosi: donne e uomini delle nostre maison maestri del savoir faire da tramandare".
Le forze in gioco sono molte: famiglie, scuole, pubbliche amministrazioni, industrie dei distretti produttivi italiani. "Giorni fa ho visitato la nostra fabbrica di occhiali Thelios a Longarone, nel Bellunese", spiega Belloni. "Lì abbiamo posato la prima pietra nell’aprile del 2017 e inaugurato l’atelier di sviluppo e produzione un anno dopo. A distanza di quattro anni è già stato realizzato un secondo modulo. Abbiamo 900 persone, di cui il 90 per cento proviene dalla regione, e ben il 60 per cento è uscito dall’istituto tecnico locale. È un ottimo esempio di coordinamento tra scuola e industria: gli studenti hanno le competenze ideali per l’industria principale del distretto". I riverberi positivi non si fermano qui. "L’altro aspetto affascinante del centro di Longarone è la tecnologia: macchine che disegnano prototipi in 3D in 20 minuti, programmi di intelligenza artificiale per ottimizzare i processi… L’80 per cento dei macchinari sono prodotti a meno di 100 km dal nostro centro produttivo".
Pochi dati che descrivono la spina dorsale dei distretti industriali Italiani . "Abbiamo creato una bella passerella con la scuola e un eccellente dialogo con il sindaco e le istituzioni regionali". Secondo il direttore generale di Lvmh, è fondamentale investire sulla realtà dei distretti: "C’è un tessuto straordinario di piccole imprese, spesso a gestione familiare, con potenziale di sviluppo ed aggregazione. È un elemento distintivo del tessuto produttivo italiano, un grande vantaggio competitivo. Merita attenzione e investimenti, soprattutto pensando alla difficoltà di trovare impieghi per le nuove generazioni. La manifattura di qualità è un settore in grande sviluppo, e offre opportunità di impiego e crescita professionale molto interessanti".
A proposito di occupazione, Lvmh ha già definito gli obiettivi per il 2023/24. "Quest’anno assumeremo un migliaio di persone e altrettante nel 2024 con progetti già identificati. Ma grazie ad altre attività di sviluppo - acquisizioni e nuove manifatture - andremo con grande probabilità al di là di queste cifre".
La collaborazione con le scuole è fondamentale. "Io ho fatto il liceo scientifico e apprezzo una caratteristica importante della scuola italiana: insegna a continuare a imparare. In un’epoca in cui l’innovazione tecnologica accelera e si cambierà sempre più spesso lavoro, questo approccio è prezioso. Nei giorni scorsi è stata presentata l’idea del 'liceo del made in Italy'. Spero che il programma miri a sviluppare l’amore per la qualità e il pensiero creativo. Dovrebbe insegnare a pensare come fare le cose in modo sempre piû bello e diverso, invece che studiare una cosa fatta bene e pensare come ripeterla", osserva Belloni. "Credo che sia un aspetto essenziale del nostro mestiere e un tratto comune agli imprenditori italiani, grandi esperti dei propri mestieri, con una vocazione unica ad apportare nuove idee. In Italia c’è grande agilità ed effervescenza culturale. Sono aspetti molto vicini alla cultura di Lvmh. A noi piace coltivare il dubbio più che la certezza, le domande. Le sicurezze possono diventare delle àncore, e portare a impigrirsi: è con la curiosità e l’apertura al cambiamento che si inventa il futuro".