In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Tumori: mi difendo con aghi, tai-chi e tisana di cannabis

Contro nausee e dolori, vomito e vampate . Le medicine complementari possono aiutare i malati a governare gli effetti collaterali dei farmaci spesso migliorandone le prestazioni. Ma la prescrizione va fatta su misura
 

3 minuti di lettura
SFRUTTARE le medicine complementari per aiutare i pazienti oncologici a convivere con gli effetti collaterali delle terapie e migliorarne la qualità della vita: nasce così il dialogo tra oncologi ed esperti di medicina tradizionale cinese, fitoterapia, omeopatia. Mentre dalla ricerca arrivano le prime conferme: se ne parla in un convegno organizzato a Firenze.

«È importante che trattamenti come l’agopuntura per controllare vomito e nausea, che hanno efficacia pari e a volte superiore rispetto alle terapie convenzionali tradizionali, siano forniti dalle strutture pubbliche», spiega Gianni Amunni, direttore operativo dell’Istituto Toscano Tumori. E il progetto di collaborazione in Toscana nasce proprio dall’integrazione tra un sistema oncologico a rete e una rete di servizi di medicina complementare attiva da anni, che ha già trattato oltre 2000 pazienti oncologici. «Collaborare per presentarsi al paziente come un sistema unico all’interno del servizio pubblico è stato un passo naturale», rileva Amunni.

Vari studi segnalano che in Europa un malato di tumore su tre ricorre a terapie complementari o integrate, spesso in associazione con le terapie convenzionali. E sono sempre di più gli ospedali che offrono servizi di medicina integrata. I dati presentati al congresso della Society for Integrative Oncology, che si è tenuto nei giorni scorsi a Miami, confermano i risultati ottenuti dal Servizio di terapie Integrate del Policlinico universitario Gemelli di Roma, che offre alle pazienti con tumori mammari e ginecologici fitoterapia e agopuntura, consulenze nutrizionali, lezioni di Qi-gong e meditazione, trattamenti di riflessologia plantare e agopuntura: «Un approccio olistico - spiega Riccardo Masetti, direttore dell’UOC di Senologia del Policlinico - è un valore aggiunto per ridurre gli effetti collaterali delle cure oncologiche tradizionali e contribuire, insieme al supporto psicologico, a un più efficace recupero del benessere psicofisico».

Anche in Toscana e precisamente nell’Area Vasta Centro, una delle tre zone in cui è articolata la sanità regionale, l’impegno si concentra sulle pazienti operate di tumore al seno. «Stiamo lavorando in collaborazione con gli oncologi per offrire alle pazienti, all’interno delle strutture pubbliche, i trattamenti complementari di cui possono avere bisogno per controllare nausea e vomito, dolore, neuropatie e le vampate causate dai trattamenti ormonali», spiega Sonia Baccetti, direttrice del centro di medicina tradizionale cinese Fior di Prugna e responsabile del Coordinamento Rete Toscana di Medicina Integrata.

L’agopuntura è riservata ai medici - in Toscana per lavorare nel pubblico è richiesto un corso di specializzazione almeno triennale - mentre ci sono percorsi di formazione per permettere agli infermieri dei dipartimenti oncologici di eseguire digitopressione, auricoloterapia o trattamenti col martelletto Fior di prugna. Secondo il centro toscano di medicina tradizionale cinese, che ha eseguito un’indagine sulla letteratura, le evidenze più solide - suffragate anche dal National Cancer Institute americano - riguardano l’efficacia dell’agopuntura per trattare nausea e vomito da chemioterapia, radioterapia o chirurgia. Senza dimenticare l’efficacia degli aghi - da soli o associati ad analgesici - per il trattamento del dolore oncologico. «Con questi metodi si ottengono ottimi risultati - spiega Baccetti - ma vorremmo utilizzare anche fitoterapia e omeopatia, mettendo in grado i medici dei reparti di controllare i sintomi utilizzando alcuni principi efficaci e che non presentano rischi d’interazione con le terapie ufficiali». Mentre gli specialisti in medicina complementare sono disponibili per il trattamento in casi che richiedono un intervento più personalizzato.

A Lucca la collaborazione tra l’unità operativa di Oncologia dell’ospedale e l’ambulatorio di medicina omeopatica funziona da anni. «Lavoriamo soprattutto sulla menopausa precoce indotta dalle terapie antiestrogeniche: associando omeopatia e fitoterapia si ottengono risposte positive nel 90% dei casi, mentre proponiamo l’agopuntura per trattare la nausea e il dolore - spiega il responsabile dell’ambulatorio, Elio Rossi - con noi le persone che hanno dubbi e paure rispetto alla chemio trovano ascolto e supporto, scoprono che gli effetti avversi possono essere tenuti sotto controllo: credo che sia la risposta migliore che possiamo dare per mantenere questi pazienti nell’ambito del servizio sanitario pubblico».

Uno studio recente su Jama Oncology denuncia il rischio che le pazienti operate di tumore al seno che fanno uso di terapie complementari rinuncino alla chemioterapia. «L’integrazione fra le terapie - rileva Baccetti - serve anche a evitare che i pazienti oncologici facciano ricorso a trattamenti non “ufficiali” come forma di auto-medicazione, indipendentemente dalle verifiche scientifiche e dai necessari requisiti di qualità e sicurezza». Il sistema sanitario toscano mette anche a disposizione gratis, per i pazienti oncologici che soffrono di dolori non trattabili con oppioidi o di nausee, la cannabis. «Può essere utilizzata sotto forma di tisana, e ha anche effetti positivi sull’umore e l’appetito», ricorda Fabio Firenzuoli, fitoterapeuta e responsabile del Centro per la Medicina Integrativa dell’AOU Careggi-Università di Firenze. Senza contare che alcune piante come tè verde o curcuma possono essere usate per potenziare l’effetto di alcune terapie: «Per esempio gli estratti biodisponibili di curcuma hanno un effetto sinergico con le terapie per alcune forme tumorali che colpiscono pancreas, cervello e polmoni», spiega Firenzuoli.

Una collaborazione impensabile fino a pochi anni fa: «Oggi è più facile trovare un terreno d’incontro - spiega Baccetti - gli oncologi stanno facendo i conti con la necessità di personalizzare le terapie, un tema su cui agopuntura e medicina integrata lavorano da sempre. Mentre chi lavora con le medicine complementari si confronta con la necessità di adottare criteri rigorosi che non lascino spazio a derive antiscientifiche o al rifiuto di terapie salvavita: «Questa collaborazione è anche un’alleanza per smascherare chi non sta al gioco dell’appropriatezza», osserva Baccetti. Promuovendo trial per testare la validità di quanto proposto dalla medicina integrativa, e creando una rete di scambio tra operatori: «Anche molti oncologi oggi si rendono conto dell’importanza di seguire i pazienti per evitare il rischio che finiscano con l’utilizzare rimedi inefficaci o che interferiscono con le terapie - osserva Rossi - ed è fondamentale informarli su quello che è utile, che forse potrebbe esserlo o che rappresenta un rischio per la salute».