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Tumore della prostata: sessualità tabù per oltre la metà dei pazienti

Il 19% degli uomini preferisce non parlare del problema, l’11% è rassegnato, il 33% accetta la nuova situazione. Uno studio della Fondazione Istud presentato al congresso della Siuro in corso a Milano

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Rassegnazione, vergogna, tabù. Quando le cure per il tumore della prostata incidono sulla sessualità, solo il 22% dei pazienti cerca soluzioni e appena il 4% ricorre a farmaci o a dispositivi medici. Degli altri, il 33% semplicemente accetta la nuova condizione, il 19% preferisce non affrontare l’argomento, un altro 11% si definisce rassegnato, mentre per l’11% resta una grande criticità.

UNO STUDIO DI MEDICINA NARRATIVA
I dati emergono da una ricerca condotta dalla Fondazione ISTUD supportata da Bayer, presentata al XXVII Congresso nazionale della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) in corso a Milano. Lo studio è stato realizzato fra ottobre 2016 e luglio 2017 in quattro centri italiani, ha coinvolto 50 pazienti con carcinoma prostatico metastatico (trattati, nel corso della malattia, anche con il Radio 223) e 50 familiari, con il contributo anche degli operatori sanitari. È stato utilizzato lo strumento della medicina narrativa, che ha permesso di ripercorrere il ‘viaggio nelle cure’ di pazienti con tumore della prostata.

L'IMPATTO DELLE CURE SULLA SESSUALITÀ
L’intervento chirurgico, la radioterapia, l’ormonoterapia incidono su diversi aspetti dell’intimità di un uomo, in particolare impattano sulla vita sessuale del paziente, compromettendone l’identità, l’autostima e il ruolo familiare e sociale. Il problema è trasversale alla maggior parte dei pazienti che hanno partecipato allo studio. Diversa la prospettiva delle donne che assistono i compagni, le quali in genere riescono ad accettare con più serenità la situazione e a scoprire un nuovo modo di vivere l’intimità.

“Dalle interviste condotte è emerso ciò che spesso non viene detto, per pudore o vergogna”, spiega Giario Conti, segretario SIUrO: “Uno degli ambiti più colpiti nel percorso di cura del tumore della prostata è la sessualità, tema non sempre affrontato dai medici. I pazienti affermano di aver ricevuto in alcuni casi informazioni poco chiare e insufficienti, che li hanno portati a prendere atto in modo brusco di una sessualità troncata o differente. È indispensabile, quindi, che il paziente con tumore della prostata venga valutato con un approccio multidisciplinare, coinvolgendo anche figure come il sessuologo, lo psicologo e l’andrologo”.

VERSO LA CRONICIZZAZIONE DELLA MALATTIA
Nel 2017 in Italia sono stati stimati 34.800 nuovi casi di tumore della prostata. La mortalità è in diminuzione (-2,6% per anno) da oltre un ventennio grazie alla diagnosi precoce e ai nuovi trattamenti combinati (farmaci, chirurgia, radioterapia) sempre più efficaci e meno invasivi che favoriscono la cronicizzazione della malattia. “Nonostante questi importanti passi in avanti, l’indagine ha evidenziato che il 72% dei pazienti vive con preoccupazione la malattia e il percorso di cura - conclude Conti – e uno degli aspetti che crea più angoscia, anche se spesso non rivelato dai pazienti, è costituito proprio dalla nuova dimensione della sessualità. Serve un approccio multidisciplinare per fornire i giusti consigli alla coppia”.