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Tumori, 2 pazienti su 3 cercano news su cure alternative. Oltre 400 le bufale presenti sul web.

Bicarbonato di sodio o urinoterapia sono a volte scambiati per efficaci trattamenti anticancro. L’allarme lanciato durante il congresso nazionale degli oncologi clinici

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Oltre il 5% dell’intera popolazione italiana è stata colpita da una forma di cancro. È un numero crescente di uomini e donne, ai quali vanno aggiunti parenti, amici o semplici conoscenti che vogliono capire meglio e di più, e soprattutto sperano di trovare buone notizie. Ecco perché le cosiddette cure alternative, quelle cioè che propongono metodi non supportati da evidenze scientifiche e che quindi possono promettere senza mantenere, sono fra le più gettonate: due pazienti (o familiari) su tre consultano internet alla ricerca di metodi “non ufficiali” per vincere il cancro. Per fortuna, solo una minoranza poi si rivolge a santoni e ciarlatani, con gravi rischi per la salute. La denuncia viene dal congresso nazionale degli oncologi clinici italiani (AIOM), che aggiungono: “Attenzione alla pericolosità di alcune scelte: non esistono terapie oncologiche miracolose. È invece indispensabile seguire sempre e solo le indicazioni terapeutiche degli specialisti”.

Un sito antibufale

Fondazione AIOM da un anno e mezzo ha aperto un portale anti fake news (tumoremaeveroche.it) che mette a disposizione un comitato scientifico, appositamente nominato dall’AIOM, per rispondere alle richieste di chiarimenti degli utenti su terapie, prevenzione, sintomi, diagnosi dei principali tumori. Le domande, e relative risposte, più significative sono pubblicate on line e consultabili da tutti. “Il nostro portale vuole rappresentare un lume che illumina un ‘luogo’ come il web dove ancora troppo spesso si trovano notizie assolutamente false e prive di ogni fondamento scientifico”, spiega Fabrizio Nicolis, presidente di Fondazione AIOM. Per esempio, sono spacciate per ‘cure’ miracolose la fosfoetanolammina sintetica, il bicarbonato di sodio, l’acqua di Alessiani o l’urinoterapia. “Sono oltre 400 le bufale che si possono leggere on line e che riguardano i tumori - aggiunge Massimo Di Maio, Coordinatore del comitato scientifico del progetto ‘Tumore, ma è vero che?’, oncologo medico presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino e Direttore dell’Oncologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino -. Molte di queste riguardano terapie ‘farlocche’, che in realtà sono dei rimedi inutili, potenzialmente tossici e non in grado di contrastare efficacemente le neoplasie. Le fake news possono essere molte pericolose e compromettere seriamente la salute dei pazienti”. E i pazienti apprezzano: “Ringraziamo AIOM e Fondazione AIOM per aver realizzato uno strumento che può essere utile anche ai pazienti oncologici - dice Claudia Santangelo, Presidente dell'Associazione di pazienti ‘Vivere senza stomaco (si può!)’ -. Chi sta affrontando un’esperienza di vita difficile come un tumore è più esposto al rischio di essere vittima della disinformazione. E’, quindi, fondamentale avere sempre a disposizione notizie certificate e supportate da fonti scientifiche”.

La chemio non deve fare paura

Il portale, reso possibile da un educational grant di Ipsen, è attivo dal maggio del 2018. In totale in questi mesi sono arrivate al comitato scientifico centinaia di richieste di chiarimenti. “Molte domande riflettono il perdurare di vecchi stereotipi e la grande paura che ancora suscitano i tumori - sottolinea Francesco Schettini, membro del comitato scientifico del portale ‘Tumore, ma è vero che?’ -. Ci è stato più volte chiesto, per esempio, se la chemioterapia sia una pratica assassina oppure se è vero che funzioni solo in una piccola parte di casi. Si tratta, in realtà, di una tipologia di cura che consente di trattare efficacemente tanti pazienti e che ci ha consentito di salvare milioni di vite umane in tutto il mondo. Inoltre, abbiamo assistito ad una forte evoluzione delle terapie di supporto e quindi degli strumenti a nostra disposizione per prevenire e curare le tossicità legate alla stessa chemioterapia, come nausea, vomito e riduzione delle difese immunitarie”.