PASSARE il tempo ad ascoltare il rumore del torrente o il canto degli uccellini in una foresta ha un effetto positivo sulla nostra salute. Fa bene al morale, agisce sui livelli di stress e sulle nostre abilità cognitive. Ci rilassiamo, cala l'ansia e siamo più concentrati. Ma 'il suono di Madre natura' influisce anche sulla sensibilità al dolore che diminuisce come d'incanto. A sostenerlo una ricerca portata avanti da Rachel Buxton, biologa all'Università Carleton in Canada, appena pubblicata su Pnas.
"Di solito esaminiamo l'ambiente circostante da un punto di vista acustico, valutando l'inquinamento sonoro e calcolando il suo influsso negativo sulla fauna e la flora - spiega Buxton - . Ma molti biologi sono molto interessati al contrario. Vogliono capire quali siano i benefici dei suoni legati a elementi naturali che troviamo in parchi o foreste".

L'idea era quella di capire se 'la musica' prodotta dal fruscio degli alberi, dal canto degli uccelli o dall'acqua abbia effetti positivi sulla mente. Per questo Buxton e colleghi hanno deciso di analizzare la letteratura scientifica in materia, scoprendo che la maggior parte degli studi era stata svolta in laboratori oppure ospedali su gruppi di volontari. Prendendo in esame 36 sperimentazioni, la studiosa visto che in sette test era stato esaminato l'effetto di rumori in questi ambienti sul ritmo cardiaco, sulla pressione, sul dolore o sui livelli di stress. Le altre ricerche avevano invece misurato le conseguenze di un posto rumoroso sull'umore e sulle abilità cognitive.
Ma cosa accadeva invece nei parchi e nelle foreste? Cercando di combinare tutti gli effetti positivi trovati in questi studi su gruppi di volontari esposti ai rumori naturali, gli esperti hanno in seguito scoperto che la salute globale dell'individuo migliorava del 184% e che i livelli di stress calavano del 28%.

A quel punto si sono cercati di identificare i suoni più graditi. Il rumore dell'acqua era al primo posto, seguito dal canto degli uccelli. I ricercatori hanno quindi deciso di analizzare le registrazioni nel tempo, nel corso di 15 anni, all'interno di 68 parchi nazionali, prendendo in esame complessivamente 221 siti. I suoni sono stati quindi classificati in gruppi: rumori causati dall'uomo, dagli animali oppure dagli elementi naturali (vento, pioggia..).
Nell'ambiente naturale i suoni legati all'acqua erano presenti nel 23% dei casi, mentre quelli degli uccelli nel 42%. I parchi con la migliore qualità sonora e con pochi rumori legati all'uomo si trovavano in Alaska, alle Hawaï e nel Nordovest del Canada. "In questa lunga ricerca, abbiamo anche raccolto prove che ascoltare suoni 'naturali' mescolati a rumori portati dall'uomo è comunque più salutare rispetto a una situazione dove sono presenti solo rumori che non provengono dalla natura - ha detto ancora Buxton - .Non sappiamo perché accade questo ma possiamo fare delle ipotesi. Penso che da un punto di vista dell'evoluzione un ambiente acustico con molti suoni naturali rilassa, dia una percezione di sicurezza e permette di riposare la mente".