QUANTO c’entrano i batteri dell'intestino con le malattie infiammatorie come l’artrite e la psoriasi? Abbastanza, almeno secondo i ricercatori dell’Université Laval (in Canada) e dell'Università di Tokyo (in Giappone), che in due articoli pubblicati sul Journal of Clinical Investigation portano prove del fatto che la distruzione dei batteri nell’intestino possa scatenare reazioni infiammatorie sistemiche. A causare la morte della flora intestinale sarebbe una proteina prodotta dall’organismo stesso, la fosfolipasi A2-IIA.
Cosa sappiamo della proteina
La fosfolipasi A2-IIA è una vecchia conoscenza di chi fa ricerca sull’artrite. È stata infatti scoperta diversi anni fa nel fluido che circonda le articolazioni dei pazienti e ritrovata poi in altri distretti corporei, in particolare nell’intestino, dove viene prodotta in abbondanza. Si è poi capito che questa proteina ha una funzione antibatterica. Infatti, non interagisce molto con le membrane delle cellule umane ma ha una particolare affinità per le membrane batteriche, che rompe liberando acidi grassi. Il problema è che le molecole liberate dalla distruzione delle membrane batteriche costituiscono un segnale che attiva e alimenta delle risposte infiammatorie.
Gli studi e i prossimi passi
Éric Boilard e i suoi collaboratori dell'Université Laval hanno studiato questo meccanismo in topi modificati per esprimere il gene umano della fosfolipasi: man mano che gli animali invecchiano, spiegano i ricercatori, sviluppano in modo spontaneo manifestazioni di infiammazione sistemica cronica - un processo che potrebbe essere alla base dell’esacerbazione dei sintomi delle malattie infiammatorie anche nell’essere umano.
A supportare le conclusioni dei canadesi ci sono i risultati del team dell’Università di Tokyo che ha lavorato su un modello murino di psoriasi e di tumore della pelle, accumulando dati che vanno nella stessa direzione: l’azione della fosfolipasi A2-IIA sembra controllare la composizione del microbiota intestinale, collegandola alle malattie infiammatorie. Il prossimo passo sarà verificare se l’inibizione locale dell’azione della fosfolipasi o quella dei lipidi pro-infiammatori mitighi il processo infiammatorio sistemico, con potenziali effetti sui sintomi di artrite e psoriasi.