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Tumore al colon-retto: il rischio aumenta se si ritarda la colonscopia

Tumore al colon-retto: il rischio aumenta se si ritarda la colonscopia
Il tempo che intercorre tra un test del sangue occulto fecale positivo e la colonscopia è decisivo per prendere in tempo il tumore. La conferma da un nuova ricerca condotta su oltre 200mila persone
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LE STRATEGIE di prevenzione sono fondamentali per contrastare il cancro. A condizione che vengano eseguite con la giusta tempistica. Rinviare la colonscopia dopo un esame del sangue occulto fecale positivo sembra infatti aumentare il rischio di mortalità per il cancro al colon-retto. È quanto emerge da uno studio svolto dagli esperti del Veterans Affairs degli Stati Uniti, pubblicato sulle pagine di Gastroenterology. La ricerca fornisce un'ulteriore prova dell'importanza dei test di screening, in grado di identificare non solo tumori ma anche formazioni, come i polipi, che potrebbero poi degenerare, e lancia un messaggio in questo particolare periodo, visti i ritardi accumulati dai programmi di screening a causa di Covid.

 

Più tempo, più rischi

Per capire come il tempo che intercorre tra i controlli influenzi la prognosi del tumore al colon-retto, i ricercatori hanno passato in rassegna le cartelle cliniche di oltre 200mila veterani. Tutti risultati positivi al test immunochimico fecale (Fit) o all'esame del sangue occulto fecale (Fobt), entrambi test di screening molto comuni che, se anormali, richiedono una colonscopia di controllo per identificare e rimuovere i polipi. Dalle successive osservazioni, i ricercatori hanno scoperto che ritardare i controlli può avere conseguenze anche molto gravi: rispetto ai veterani che si erano sottoposti a una colonscopia entro i tre mesi dal risultato positivo dei test, infatti, chi ha ritardato la colonscopia oltre i 13 mesi ha avuto una probabilità di 1,3 volte superiore di arrivare a una diagnosi di cancro del colon-retto. Quando l'esame è stato posticipato oltre i 16 mesi, poi, le probabilità che il tumore fosse già in uno stadio avanzato sono state di 1,7 volte maggiori; mentre, superati i 19 mesi, il rischio di morte associato alla neoplasia è aumentato fino a 1,5 volte.

 

L'importanza dello screening

Sebbene sia la seconda causa di morte per cancro al mondo e tra le neoplasie più diffuse sia negli uomini sia nelle donne, il tumore al colon-retto è comunque tra i tumori per cui esiste una prevenzione efficace. Come ricordano l’Associazione italiana di oncologia medica e l’associazione dei registri tumori nel loro rapporto annuale, “il ruolo dello screening è essenziale perché è capace non solo di individuare i tumori precocemente ma anche di eliminare formazioni precancerose ed evitare quindi lo sviluppo della neoplasia”. Dalle previsioni della prima edizione del rapporto, risalente al 2011, nel 2020 ci sarebbero dovuti essere oltre 55mila casi di tumore del colon-retto: nella realtà, invece, è stato osservato un picco nel 2013, con circa 54mila casi, una seguente stabilizzazione e poi una progressiva riduzione che ha portato nell'ultimo anno a una stima di poco più di 43 mila casi, vale a dire un calo del 20% rispetto al 2013.

L'importanza della prevenzione è stata confermata anche di recente con gli effetti dei ritardi e sospensioni dei programmi di screening dovuti alla pandemia del coronavirus. Una indagine, pubblicata su Clinical Gastroenterology and Hepatology e coordinata dalle università di Bologna e Parma e dall'Irccs Humanitas, suggeriva che un ritardo di più di 12 mesi nello screening del cancro del colon-retto potrebbe causare un aumento della mortalità per questo tumore del 12%.


Nuovi dati sull'aspirina

Restando sul tema del tumore del colon-retto, un altro studio americano, questa volta svolto dall'American Cancer Society porta nuovi a dati a conferma del beneficio dell’aspirina. La ricerca, pubblicata sul Journal of the National Cancer Institute. indica che l'uso regolare e a lungo termine dell'aspirina prima di una diagnosi di cancro del colon-retto potrebbe essere associato a una riduzione della mortalità. Secondo gli autori tale riduzione, se fosse confermata, potrebbe essere dovuta all'inibizione della formazione di micro-metastasi prima della diagnosi.

Sono ormai molti i dati che sostengono un ruolo dell'aspirina nel ridurre il rischio di sviluppare alcuni tumori, in particolare quelli intestinali. Una recente meta analisi svolta dai ricercatori dell'Istituto Mario Negri di Milano, per esempio, aveva suggerito che l'assunzione regolare di aspirina fosse associata a una riduzione significativa del cancro al colon-retto.