Muovere il corpo alleggerisce e l’assioma vale anche per gli uomini con tumore della prostata. Funziona sia l’attività aerobica sia di resistenza: più grave è il disagio psicologico più i pazienti, muovendosi, migliorano. È la conclusione del primo studio controllato randomizzato che valuta gli effetti a lungo termine di attività fisiche differenti sul disagio psicologico nei pazienti sottoposti a trattamento anti-androgenico. La ricerca è stata condotta alla Edith Cowan University di Joondalup, in Australia, e pubblicata su Nature Prostate Cancer and Prostatic Diseases.
12 mesi di esercizi
Fino a un uomo su quattro vive con ansia le cure anti-androgeniche e fino a uno su cinque riferisce di sentirsi depresso. Allora, per valutare se questi pazienti possono beneficiare dell’attività fisica, gli autori del paper hanno selezionato in modo casuale 135 pazienti affetti da cancro della prostata tra i 43 e i 90 anni in terapia ormonale e li hanno guidati e supervisionati in un programma di allenamento che prevedeva attività, di resistenza o aerobica, due volte alla settimana per 12 mesi. Mesi durante i quali a tutti sono stati misurati i livelli di disagio psicologico. I risultati? Si conferma: primo, che l'esercizio fisico aiuta a ridurre i sintomi di depressione e di ansia; secondo, che l’esercizio fisico funziona comunque, sia che si tratti di attività di resistenza sia che si tratti di esercizio aerobico, purché moderato o intenso; terzo, che è meglio se condotto sotto supervisione; quarto, che sono gli uomini con i livelli più alti di disagio a trarre più benefici. Per Daniel Galvão, direttore dell'Istituto di ricerca sulla medicina dell'esercizio fisico della Edith Cowan, i risultati dello studio possono avere applicazioni immediate. Giacché ora sappiamo che avvantaggia le persone che soffrono di cancro della prostata in terapia antiandrogenica, “l’attività fisica dovrebbe essere prescritta per migliorare la loro salute psicologica - ha detto Galvão - che si tratti di attività da aerobica o di resistenza, se praticata con intensità da moderata a alta, è utile ad abbattere depressione e ansia ".
La terapia anti-androgenica e l’impatto sulla salute mentale
Il tumore della prostata è stimolato dal testosterone, prodotto principalmente dai testicoli. Lo scopo dell’ormonoterapia è quindi quello di eliminare o di ridurre l’attività di questo ormone con farmaci che ne impediscano o la produzione o l’interazione con le cellule tumorali. Parliamo di un trattamento piuttosto comune, e che funziona. Ma che è associato a molti effetti avversi, per esempio all'osteoporosi, alla riduzione della massa e della forza muscolare e all'aumento della massa grassa, alla perdita della libido e alla disfunzione erettile.
“Ci sono prove emergenti – scrivono gli autori - che indicano che la terapia antiandrogenica si associa a un disagio psicologico maggiore rispetto ad altri trattamenti. Per esempio – spiegano – questo trattamento è stato associato a un rischio tre volte maggiore di depressione rispetto alla sola radioterapia nei pazienti trattati per carcinoma prostatico recidivante. Inoltre, una maggiore durata della cura è correlata a un rischio più alto di depressione e di trattamenti psichiatrici ambulatoriali e ospedalieri negli uomini con tumore localizzato. Il disagio psicologico negli uomini affetti da questa forma di cancro, in particolare quando non viene affrontato, può comportare una compromissione della qualità della vita. È importante sottolineare che chi soffre di carcinoma prostatico e ha disturbi depressivi ha meno probabilità di sottoporsi a trattamenti definitivi ed è a maggiore rischio di suicidio. Quindi – concludono – la gestione del disagio psicologico nei pazienti dovrebbe essere un obiettivo clinico importante per migliorare la qualità della vita e gli esiti clinici”.