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Tumore seno metastatico, anticorpo monoclonale triplica la sopravvivenza

Tumore seno metastatico, anticorpo monoclonale triplica la sopravvivenza
Al Presidential Symposium dell’Esmo 2021 sono stati presentati i nuovi risultati dello studio di fase 3 Destiny-Breast03 mostrando tutto il potenziale dei farmaci a target molecolare
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E' STATA LA PRIMA presentazione fatta oggi al Simposio presidenziale del Congresso Esmo 2021 perché i dati sono una delle buone notizie che arrivano da questo evento europeo nel quale molti pazienti ripongono speranze per nuove possibili cure in grado di cambiare la loro storia di malattia. Come appunto i dati sull’anticorpo monoclonale trastuzumab deruxtecan che nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico Her2+ ha ridotto il rischio di progressione della malattia o di morte del 72% rispetto a trastuzumab emtansine, il trattamento attualmente approvato per le pazienti con carcinoma mammario Her2-positivo non resecabile e/o metastatico precedentemente trattato con trastuzumab e taxano. Il carcinoma mammario resta il tumore più diffuso al mondo ed è una delle principali cause di morte per cancro nelle donne. Nel 2020 sono stati diagnosticati più di due milioni di casi di carcinoma mammario, con quasi 685.000 morti a livello globale. Circa un caso su cinque di cancro al seno è considerato Her2 positivo.

I risultati ad interim

In un'analisi ad interim dello studio di fase 3 Destiny-Breast03, trastuzumab deruxtecan, l’anticorpo monoclonale farmaco-coniugato (ADC) anti-Her2 di Daiichi Sankyo e AstraZeneca, ha dimostrato una riduzione del 72% del rischio di progressione della malattia o di morte rispetto a trastuzumab emtansine (T-DM1). Dopo 15,5 e 13,9 mesi di follow-up nei bracci di trattamento con trastuzumab deruxtecan e T-DM1 rispettivamente, la sopravvivenza libera da progressione mediana per le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan non è stata raggiunta rispetto ai 6,8 mesi per T-DM1 come da revisione centrale indipendente in cieco.

Sopravvivenza libera da progressione tre volte e mezza maggiore

Ma nell'analisi dell'endpoint secondario chiave della sopravvivenza libera da progressione valutata dagli sperimentatori, le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan hanno ottenuto un miglioramento di tre volte e mezza maggiore con una sopravvivenza di 25,1 mesi rispetto a 7,2 mesi con la terapia attuale. Non solo: è stato osservato un consistente beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione nei sottogruppi chiave di pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan, comprese quelle con storia di metastasi cerebrali stabili. Buoni anche i dati sulla sopravvivenza globale: quasi tutte le pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan erano vive a un anno, ovvero il 94,1% rispetto all'85,9% di quelle nel braccio T-DM1.

Un nuovo standard di cura

Inoltre, nel braccio trastuzumab deruxtecan, il tasso di risposta obiettiva (n.d.r. cioè la percentuale di pazienti, relativa al totale dei soggetti arruolati che ottengono una risposta completa o parziale) è più che raddoppiato rispetto al braccio T-DM1, con percentuali del 79,7% rispetto al 34,2%. "Le pazienti con carcinoma mammario metastatico Her2-positivo sottoposte a precedenti terapie, tipicamente vanno incontro a una progressione della malattia in meno di un anno, con i trattamenti attualmente disponibili”, ha spiegato Javier Cortés, Capo dell’International Breast Cancer Center di Barcellona. “Il grande e consistente beneficio riscontrato in tutti gli endpoint chiave di efficacia e nei sottogruppi di pazienti che hanno ricevuto trastuzumab deruxtecan in Destiny-Breast03, sono notevoli e supportano il potenziale di trastuzumab deruxtecan di diventare il nuovo standard di cura per le pazienti precedentemente trattate per il carcinoma mammario metastatico Her2-positivo".

Il potenziale dei farmaci a target molecolare

Nello studio il profilo di sicurezza relativamente agli eventi avversi più comuni con trastuzumab deruxtecan è risultato in linea con gli studi clinici precedenti, senza nuovi segnali di sicurezza identificati. “Il beneficio osservato è di un’entità mai riscontrata prima nel carcinoma mammario. Non solo cambierà lo standard di cura, ma dimostra l’enorme potenziale di questa classe di farmaci a target molecolare, le cui prospettive appaiono brillanti sia in termini di utilizzo in fase sempre più precoce, sia in termini di sviluppo di nuove molecole all’interno della stessa classe”, ha commentato Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo Mammella, Irccs Ospedale S. Raffaele di Milano, il centro che in Italia ha arruolato il maggior numero di pazienti nello studio Destiny Breast-03.

Gli altri studi

A Esmo sono stati presentati anche i risultati aggiornati dello studio registrativo di fase 2 Destiny-Breast01, in cui trastuzumab deruxtecan ha continuato a dimostrare una marcata efficacia e risposte durature in pazienti con carcinoma mammario metastatico Her2-positivo precedentemente trattate con due o più regimi terapeutici anti-Her2. Con un follow-up mediano di 26,5 mesi, è stato osservato un aumento continuo della risposta nelle pazienti trattate con trastuzumab deruxtecan, con un tasso di risposta obiettiva aggiornato del 62%. La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 19,4 mesi. In un'analisi esplorativa della sopravvivenza globale con un follow-up mediano di 31,1 mesi, valutata con una maggiore maturità del dato, la sopravvivenza globale mediana aggiornata è stata di 29,1.