In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Meningite, risultati positivi per il candidato vaccino 5-in-1

(Crediti: Ed Us su Unsplash)
(Crediti: Ed Us su Unsplash) 
Annunciati i risultati di uno studio clinico di fase III su un nuovo vaccino contro i 5 ceppi del batterio Neisseria meningitidis, responsabili della quasi totalità delle infezioni
2 minuti di lettura

Si chiama MenABCWY, un nome che è un chiaro riferimento alla malattia, la meningite meningococcica, e alle sue cinque forme diverse, legate ai ceppi del batterio che la provoca:  Neisseria meningitidis A, B, C, W135 e Y. È un candidato vaccino prodotto da GSK, che ha annunciato oggi i primi dati della sperimentazione in corso. Risultati che sembrano incoraggianti: il trial clinico di fase tre ha mostrato, infatti, che il vaccino è ben tollerato e ha efficacia non inferiore rispetto ad altri già approvati per la stessa malattia. Con il vantaggio che si tratta di un preparato che, per l'appunto, protegge contemporaneamente da tutte e cinque le forme della meningite meningococcica, e quindi, se approvato, potrebbe semplificare non poco i programmi di vaccinazione. Lo studio è partito nel 2020 e da allora ha coinvolto oltre 3.600 persone sane tra i 10 e i 25 anni, a cui il vaccino è stato somministrato in due dosi a distanza di sei mesi.

Inviate le vostre domande a vaccini@gedi.it


La meningite meningococcica

La meningite da meningococco è un'infezione che colpisce le membrane che avvolgono il cervello e il sangue. Le forme più comuni negli esseri umani sono la B e la C, anche se ultimamente si è assistito a un aumento di infezioni di tipo Y e W135. Fortunatamente non è molto comune: nel 2021 in Italia sono stati segnalati 26 casi di malattia, in diminuzione rispetto ai 74 e 190 casi segnalati rispettivamente nel 2020 e nel 2019, il che attesta l'incidenza a circa 0,04 casi ogni 100mila abitanti. Colpisce più comunemente i bambini sotto i cinque anni (e in particolare il tipo B quelli sotto un anno), e a seguire gli adolescenti e i giovani fino a 25 anni. L'infezione si trasmette tramite il contatto diretto con secrezioni del naso e della gola emesse con la tosse o con gli starnuti di persone infette e portatori sani, e si manifesta con febbre elevata, mal di testa e rigidità del collo, nausea e vomito, ipersensibilità degli occhi alla luce, stato mentale alterato con debolezza o irritabilità. Se oltre alle meningi anche il sangue è interessato dall'invasione batterica, si va incontro a sepsi, caratterizzata dalla comparsa di macchie cutanee di colore rosso vivo o violaceo, dall'ipontensione e, nei casi più gravi, dallo shock settico. Può quindi causare complicazioni gravi e in alcuni casi la morte: fino al 20% dei pazienti può sviluppare possibili danni permanenti, tra cui paralisi, perdita dell'udito, della vista, della capacità di comunicare o apprendere e problemi comportamentali. Nonostante i trattamenti – antibiotici endovenosi che si somministrano in ospedale – muore circa un paziente su dieci, spesso nelle prime 24 ore dal contagio.


I vaccini disponibili oggi

Proprio per questo, lo strumento migliore per proteggersi dall'infezione resta a tutt'oggi la vaccinazione, la cui prima somministrazione si esegue tipicamente nei primi mesi di vita. Finora, però, nessun vaccino combinato autorizzato offre protezione contro tutti i sierogruppi in un unico: il calendario vaccinale italiano, per esempio, raccomanda la somministrazione del vaccino anti-meningocco B (3 o 4 dosi nel primo anno di vita) e anti-meningococco C (nel secondo anno di vita) per i bambini, e del vaccino tetravalente ACWY per gli adolescenti. Il vaccino della sperimentazione appena conclusa potrebbe quindi essere il primo a proteggere contemporaneamente da tutti i tipi di malattia. Il che potrebbe aumentare i tassi di copertura vaccinale.