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Sanremo 2023, Will: “Sul palco vicino ai big ho paura di sentirmi stupido, faccio lezioni di canto ogni giorno per prepararmi”

Il giovane cantautore: «Il Festival è un viaggio dove non conta solo la classifica. Mi andrebbe bene anche l’ultimo posto, ormai è diventato molto ambito»

alice castagneri
Aggiornato 2 minuti di lettura

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Genuino, appassionato, entusiasta, ma «sempre con i piedi per terra». In tre anni Will, all’anagrafe William Busetti, classe 1999, è passato dalla cameretta di casa all’Ariston. Un balzo che farebbe volare chiunque, e che per il giovane cantautore rappresenta un sogno. Approdato al Festival dopo aver passato la gara dei Giovani, su palco canterà Stupido, una canzone d’amore che racconta di tutte le follie che si fanno per la persona amata. «È nata alla fine della pandemia. Ci ho lavorato tanto. Non volevo fosse un pezzo teen, ma un brano d’amore che parlasse a tutti. Era talmente diverso dalla mia discografia che l’abbiamo accantonato, ma quando si è parlato di Festival abbiamo pensato che fosse perfetto».

Di sciocchezze dettate dal cuore ne ha fatte anche lui: «Una sera, io e la mia fidanzata di allora ci eravamo lasciati. Ho preso la macchina alle 5 di mattina nel tentativo di riconquistarla e sono andato sotto casa sua. Ma mi sono addormentato in auto. Lei mi ha trovato alle 8 di mattina che dormivo. Però abbiamo fatto pace. A volte serve fare stupidaggini per amore».

Will inizia a dedicarsi alla musica durante il periodo del Covid: «Mi annoiavo e cercavo un nuovo modo per esprimermi. Sono partito con la scrittura, che poi è diventata musica. A quindici anni ascoltavo la trap, poi ho allargato i miei orizzonti e ho recuperato il cantautorato italiano. Mia mamma è di Manchester, quindi nelle mie canzoni ci sono influenze british pop».

Nei suoi brani confluiscono due culture opposte: «I miei genitori sono agli antipodi. In casa parliamo due lingue. Mia mamma spingeva sempre per ascoltare i Beatles, gli Oasis, mentre mio papà mi faceva sentire Dalla, Zucchero De André. Io sto in mezzo, nel pop di oggi. Scrivere bei concetti con sonorità che guardano al futuro». A Sanremo, però, non si porterà dietro la mamma e nemmeno una ragazza. Con lui ci sarà solo il fratello. 

Prima di buttarsi nella musica, Will giocava a calcio a buoni livelli, perciò la competizione non lo spaventa: «Ma Sanremo non è solo una gara, è un viaggio dove non conta la classifica. Mi andrebbe anche bene finire ultimo, è un posto che ormai è diventato molto ambito». Per arrivare preparato sul palco sta lavorando tanto: «Voglio essere il più intonato possibile e sto studiando tutti i giorni con la mia prof di canto. Mi sto prendendo cura di me e della mia voce, sto seguendo tutte le buone abitudini del mondo».

Il suo obiettivo è regalare al pubblico una buona performance: «Ho paura di sentirmi stupido in confronto ai tanti big in gara, sento la pressione e voglio essere all’altezza dell’artista che canterà prima e dopo di me». Ma quando comincerà l’esibizione «l’ansia si trasformerà in carica».

In arrivo c’è anche un disco in cui «sentiremo cose più mature». Dopo il Festiva, invece, lo aspetta il tour:  il 3 maggio a Milano, poi il 4 a Padova e  l’11 a Roma. 

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