PalaBam di Mantova gremito per le stelle del basket
4.217 spettatori al Palabam di Mantova per lo show delle stelle basket. Uno spettacolo di qualità che ha soddisfatto l’esigente pubblico dellapallacanestro. GUARDA TUTTE LE FOTO
Matteo Facchini
MANTOVA. Quattromiladuecentodiciassette. Tanti erano ieri sera sugli spalti del PalaBam, riempito e sollecitato da ogni tipo di eventi e attrazioni fin dal pomeriggio. Se al momento di presentare l'evento si era utilizzata l'immagine di "Mantova come capitale del basket", a posteriori non è azzardato definire il palazzo di via Melchiorre Gioia come una cattedrale gremita. Ieri sera lo è stato, nessun dubbio.
La Pallacanestro Mantovana ha regalato alla città una serata di basket che davvero non avrebbe potuto essere migliore. Parliamoci chiaro: dove si apprezza un basket di livello superiore a questo in Italia? Forse all'All Star Game di Serie A giocato ad Ancona pochi giorni fa. Mmm, qualche dubbio. Ad aprire lo show, manco a farlo apposta, un botta e risposta a tinte biancorosse: Gigi Jefferson da una parte e la tripla di Matteo Soragna dall'altra.
Ottimo incipit. Dopo 7' Soragna si accomoda in panchina, con l'applauso del pubblico che scende lungo dalle tribune come uno striscione; per lui un impatto devastante sull'avvio con 4/4 da tre. Inutile dire che il punteggio è dilatatissimo: la prima frazione se la aggiudicano i "rossi" stranieri di coach Morea 28-27. Le all stars targate Beretta volano, letteralmente, e coach Buscaglia lascia passare solo poche azioni alla ripresa del gioco, poi decide che, va bene lo spettacolo, ma meglio non perdere terreno. Ne perderà eccome: dal 31-35 i ragazzi di coach Morea si allontaneranno sempre più. La scena è loro.
Si torna in campo ed è il momento di salire per Mike Nardi, col suo irrinunciabile numero 12 e quella canotta azzurra che ne racconta le origini. Al minuto 16' si sovrappongono due applausi: ritorna in campo Matteo Soragna e fa il suo ingresso nella partita Ramon Clemente, terza stella della Dinamica. Gli stranieri proprio non vogliono saperne di concedere una partita, e continuano pressochè indisturbati il loro personale show, mostruosamente altetico.
Praticamente è come avere quattro Jefferson in campo, in ruoli diversi, il tutto sotto la regìa di Mike James. Brutto!? Anche gli azzurri non si fanno mancare schiacciate spettacolari, con Raspino e Mancinelli. Quasi non si fa caso al cronometro che corre e poco ci manca che alla sirena del terzo quarto le furie rosse sponsorizzate Beratta non tocchino quota 100 punti.
Prima che inizino gli ultimi 10' c'è ancora spazio per un momento da pelle d'oca: partono le note di We will rock you e nessuno può esimersi dal battere le mani a tempo. Ma…lo show deve continuare - tanto per dirla con Freddie Mercury -, e allora avanti a macinare punti, correre e volare. Il tutto con una naturalezza disarmante. Bellissimo siparietto finale e ovazione quando Lele Rossi e Damian Hollis si scambiano la canotta e iniziano a giocare contro i propri compagni. Finisce con un punteggio d'oltreoceano, 111-141; ma tutto ieri sera a Mantova è stato americano, nel senso spettacolare del termine. Tutto in grande, tutto scintillante. Tutto impeccabile.
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