In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Tabella, come te nessuno. È l’unico 8º dan al mondo

Sessant’anni, da 41 pratica l’arte marziale: «Per me è una ragione di vita All’inizio l’aspetto agonistico è importante, poi diventa una filosofia interiore»

2 minuti di lettura

MANTOVA. Il mantovano Fabrizio Tabella, 60 anni, nei giorni scorsi ha ricevuto in Francia da Hiroo Mochizuki (nella foto piccola i due) l’8º dan dello Yoseikan Budo, unico al mondo ad aver raggiunto questo livello. È un traguardo storico, frutto di una vita dedicata a quest’arte marziale che nel corso del tempo si è trasformata in una vera e propria filosofia di vita. «Ho cominciato 41 anni fa - racconta - avvicinandomi pian piano allo Yoseikan Budo. Ho dedicato anima e corpo a questa disciplina, e da attività ludica e sportiva si è trasformata in vera passione per poi diventare una ragione di vita». Lo Yoseikan Budo è una delle arti marziali più complete, poiché, come spiega il maestro, «il combattimento coinvolge tutto il corpo dell’atleta. Bisogna infatti imparare a gestirlo in tanti modi: da terra, in piedi, a mani nude e con l’uso di armi. Lo Yoseikan Budo aiuta a sfruttare il proprio corpo a 360º». Oltre all’aspetto tecnico, ogni arte marziale ha sempre alle spalle una filosofia importante, che richiama direttamente alle origini della disciplina: «Lo Yoseikan Budo - spiega Tabella insignito proprio da un discendente dei fondatori - è un’arte strettamente legata alla vita di tutti i giorni. Si fonda sull’aiuto reciproco tra i vari componenti in cui non si emerge colpendo l’avversario, ma sviluppando lo spirito di iniziativa e la capacità di autoanalisi. L’errore inoltre non è visto come semplice sbaglio, ma come opportunità per correggersi. In fondo si tratta di vivere quest’arte insieme agli altri e non contro gli altri». Essere l’unico al mondo ad aver ottenuto l’8º dan non rappresenta un traguardo o un successo Tabella, ma la normale conseguenza della propria crescita personale e morale: «Nelle arti marziali si segue la filosofia dello Shuhari, un termine che individua tre diverse fasi di crescita: nella fase shu si impara copiando, osservando quindi gli altri e si apprende per imitazione; nella fase ha si continua l’apprendimento ma allo stesso tempo si inizia a sviluppare la capacità di ragionare in proprio; nella fase ri infine, che corrisponde al raggiungimento del 6º dan, ci si confronta solo con il proprio approccio alla disciplina. Se le tecniche sono per forza di cose limitate, in questa fase è il proprio pensiero a fare la differenza, sia nello studio delle diverse situazioni che nello sviluppo di un proprio modo di pensare. Più si prosegue in questa crescita e più si ottengono i dan, che non sono traguardi sportivi ma livelli di comprensione dell’arte marziale». Le gare di Yoseikan Budo rappresentano comunque un aspetto molto importante per la disciplina, soprattutto per la possibilità di mettersi alla prova: «L’aspetto sportivo - spiega il maestro (nella foto grande con un gruppo di allievi) - è assolutamente necessario, soprattutto agli inizi. I giovani hanno bisogno di confrontarsi, e la spinta agonistica rappresenta un passaggio fondamentale per migliorarsi e completare la propria formazione sia tecnica che personale. Una volta abbandonato l’agonismo, la filosofia dello Yoseikan Budo ti rimane dentro e si ritrova anche in età avanzata, ma solo se la crescita è stata graduale e costante. La ritengo l’arte marziale migliore da questo punto di vista, una disciplina che coinvolge corpo e mente e che diventa piano piano, una filosofia di vita che diventa parte integrante di noi stessi». (l.f.)

I commenti dei lettori