Italia tonica, Conte può sorridere
Il ct al timone da un anno: buone risposte da El Shaarawy e Candreva, De Silvestri fuori per 6 mesi
di Rocco Coletti
Manca la passerella di fine stagione, quella in programma martedì sera nell’amichevole di Ginevra contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Ma ormai il ciclo di partite con i tre punti in palio è finito e si può anche tracciare un bilancio sul primo anno di Antonio Conte alla guida della Nazionale ereditata dopo il disastro della missione mondiale in Brasile.
E si può tranquillamente parlare di un bilancio positivo: nove partite, cinque vittorie e quattro pareggi. La strada verso le qualificazioni alla fase finale degli Europei dell’anno prossimo in Francia sembra in discesa. Basterà battere la Norvegia il 13 ottobre per eliminare i residui dubbi. Bilancio positivo, ma non esaltante in linea con quello che è lo spessore del nostro movimento calcistico.
De Silvestri out. Unica vera tegola della sfida in Croazia, la rottura del crociato del ginocchio destro per il difensore Daniele De Silvestri. Per lui si parla di sei mesi di stop.
Buon avvio. Conte è partito bene con il 2-0 del 4 settembre scorso a Bari contro l’Olanda. Ma poi ha dovuto dibattersi tra mille problemi. Primo fra tutti la riluttanza dei club a concedergli i giocatori per gli stage. Lui vorrebbe averli più tempo a disposizione. E cammin facendo non sono mancate frizioni. Aveva immaginato un altro scenario il 19 agosto scorso al momento della firma sul contratto con la federazione con la premiata ditta Tavecchio-Lotito. Non a caso prima di Croazia-Italia ha detto: «In questo anno ho capito la differenza tra fare l’allenatore di club e quello della Nazionale. Sono dovuto entrare in una certa logica e fare di necessità virtù». Va da sé che al termine del contratto (2016) il ct potrebbe lasciare l’incarico e tornare alla vita di club. Per il momento, però, Conte ha in testa gli Europei.
Le inchieste ancora aperte. Il ct vive male la vicenda del calcio scommesse di Cremona, ma pensa solo a fare bene in Francia. Ai problemi organizzativi si aggiungono quelli tecnici. La serie A non offre granché, va detto. E così Conte è impegnato nella formazione di un gruppo che sia il più competitivo possibile in vista degli Europei di Francia. Conta anche sulle forze fresche che possono arrivare dall’under 21 e, soprattutto, confida nel cambio del modulo. «Devo prendere atto del fatto che il campionato sta mettendo in luce gli esterni d’attacco e come fa un sarto devo cucire l’abito in base alla stoffa che ho a disposizione». Da qui il cambio di modulo, dall’amato 3-5-2 al 4-3-3, che, secondo il ct, «fa parte di un processo di crescita della squadra». Non a caso a Spalato Candreva ed El Shaarawy sono andati discretamente e Graziano Pellè come centravanti non è dispiaciuto.
Il faro di centrocampo. Ma su un punto fermo fa affidamento: il 36enne Andrea Pirlo. Il ct («non penso possa lasciare il calcio») e la federazione sono in pressing sul regista juventino attratto dall’avventura negli States. Ma se andrà a New York difficilmente avrà la possibilità di seguire il programma azzurro.
@RoccoColetti1
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