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Castiglione, i soci ci mettono la faccia dopo il forfait

Conferenza stampa dopo la mancata iscrizione in serie C, Viola e Zilia in coro: "Gesto di responsabilità". Ora però resta solo un vivaio tutto da ricostruire

2 minuti di lettura
Rossano Zilia con il presidente Ernesto Valerio ed Enrico Viola 

CASTIGLIONE. Un'ora e mezza intensa di spiegazioni, perplessità, giustificazioni. I soci del Castiglione ci hanno messo la faccia e hanno provato a spiegare i motivi della clamorosa rinuncia alla Lega Pro. 

"Il cuore mi diceva di continuare, la testa di fermarmi. Ha vinto la testa" afferma l'ex patron Rossano Zilia. "Mi prendo le mie responsabilità, la mia avventura calcistica finisce qui e potete immagginare il mio stato d'animo. Per me è stata una sofferenza incredibile, dopo 30 anni di calcio. Siamo partiti dagli amatori, siamo arrivati in serie C".
 
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Ora però tutto è finito: "Non c’è stata la risposta attesa dall'imprenditoria locale e per quanto riguarda la passione oltre a quei 30-40 tifosi non abbiamo mai ricevuto il calore della città. Abbiamo vinto la serie D e per il paese non si è vista mezza bandiera. L’anno scorso abbiamo fatto 42 abbonati, 20 dei quali comprati direttamente dai soci".
 
Tutto vero, ma i tempi di questa scelta clamorosa restano un poco chiari: «Forse le modalità sono state sbagliate – interviene il socio in uscita Enrico Viola – ma personalmente avevo avvisato alcuni tesserati sulle difficoltà, consigliando di valutare altre proposte». Una versione che però non coincide con quanto affermato dagli stessi tesserati che nei giorni scorsi avevano dichiarato di aver avuto rassicurazioni sul futuro. La storia dirà dove sta la verità. 
 
 
Alla fine di tutto a decretare l’addio al professionismo sono stati problemi “esterni” da una Lega Pro che ha messo diversi bastoni tra le ruote a una risposta parziale e insufficiente da parte delle aziende del territorio: "Abbiamo peccato di ottimismo – dice Viola –  sperando in una soluzione positiva della vicenda. Da mesi ci stiamo muovendo per allargare la base e creare le condizioni per dare un futuro al club. Addirittura abbiamo instaurato dei rapporti con società professionistiche: dall'Atalanta fino al Chievo. Loro però hanno delle tempistiche diverse rispetto alle nostre. La Lega Pro, intesa come governance, ci ha trattato come figli di un Dio minore. Nessuna deroga per poter giocare le partite interne allo stadio Lusetti, non ci hanno fatto sapere se e come avremmo avuto accesso ai finanziamenti legati all'utilizzo dei giovani. Proprio loro, gente inibita che va verso il commissariamento. Giocare a Mantova sarebbe stata una follia per tutti i tifosi, costretti a sobbarcarsi chilometri anche per vedere le partite casalinghe e inoltre avrebbe comportato altre spese. E di dare il club a gente senza le giuste credenziali non ci abbiamo mai pensato. In molti ci hanno provato, ma una volta fatte le dovute verifiche abbiamo risposto no".
 
Problemi (quelli dello stadio, dei costi della C e della poca chiarezza da parte degli organi federali) che però non sono emersi l’altro ieri. Problemi noti da tempo, ben prima che il Castiglione vincesse sul campo il campionato di serie D (la promozione matematica è datata 26 aprile): "Abbiamo vinto grazie a una grande squadra – afferma il vice presidente Serafino Gasparetti –, noi amiamo lo sport vero, mai e poi mai ci saremmo permessi di dire ai ragazzi di mollare. Non vorrei che passasse il messaggio che era meglio perdere sul campo per salvaguardare il futuro della squadra". "Anche perché – incalza Viola – l’obiettivo era salvarsi, al massimo fare i playoff". Quando però prendi gente come Cristofoli (miglior bomber della D), De Angeli (difensore da urlo), Cazzamalli (una sicurezza, che tra l'altro di campionati ne aveva vinti a caterbe in precedenza) e dei giovani del calibro di Boccanera, Garattoni e Ruffini è difficile pensare a una semplice salvezza. Senza contare il tecnico Delpiano, tra i più apprezzati nel panorama dilettantistico lombardo.
 
Ma alla fine questa C si poteva o non si poteva fare?: "Secondo me le basi c’erano – afferma il presidente Ernesto Valerio – i soldi dalla Lega sarebbero arrivati. Capisco però le difficoltà oggettive espresse dai soci e quindi comprendo le ragioni della mancata iscrizione". Una "scelta di grande responsabilità" come viene ribadito in coro da Zilia e da Viola. Una scelta che però manda alle ortiche non solo la C, ma anche il vivaio che dovrà ripartire praticamente da zero e che non potrà partecipare ai campionati nazionali. Niente prima squadra, forse una collaborazione qualche club professionistico per il vivaio. 
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