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Graziani: «Noi raggirati con mesi di bugie»

«I romani dovevano almeno avere la decenza di tacere. Ringrazio tutti, sono arrabbiato e mi piacerebbe restare nell’Acm»

Massimo Biribanti
2 minuti di lettura

MANTOVA. Ha masticato amaro in silenzio per mesi e adesso Gabriele Graziani è «molto arrabbiato». Perché «ci eravamo guadagnati con tanta fatica di continuare a giocare in Lega Pro e invece siamo qui a provare grande amarezza per un nuovo crac dell’Acm». Ciccio è ovviamente furibondo con De Sanctis e Folgori: «Con loro sono stati sei mesi di totali bugie, di promesse non mantenute, di cose dette e poi mai fatte. Ed è proprio questo che dà fastidio: la costante giornaliera presa in giro. Siamo stati tutti raggirati: noi tesserati, i tifosi, la città». Ulteriore rabbia Graziani l’ha provata leggendo la “lettera aperta” con cui De Sanctis ha commentato la sparizione del club, accusando fra l’altro la Gazzetta dei suoi insuccessi: «Dovevano avere almeno la decenza di stare zitti, come abbiamo fatto noi dello staff e i giocatori. Ma del resto cosa ci si può aspettare da gente che si è permessa perfino di attaccare Caridi, un professionista e un uomo di una serietà incredibile, che anche nell’ultima stagione ha dato tanto al Mantova sotto il profilo tecnico e umano...». Poi Ciccio, sollecitato in merito, racconta gli ultimi due mesi post campionato: «Folgori non l’ho più visto da prima della fine del campionato, mentre De Sanctis l’ho incontrato a Roma un mesetto fa. E diceva che era tutto a posto, parlava di calcio... È incredibile la capacità di queste persone di raccontare una menzogna dietro l’altra. Il 7 maggio, alla fine del campionato, dovevano dire di non avere mezzi e chiedere aiuto: invece per mesi hanno detto che non c’erano problemi, salvo poi ammetterli a dieci giorni dalla fine, quando era tardi».

Ciccio ce l’ha anche con la Lega: «Doveva vigilare di più su ciò che stava succedendo. I bresciani non dovevano cedere il club? Sì, anche questo è vero. Penso che loro stessi sappiano di avere la colpa di essersi tirati in casa certi soggetti e di aver creato dei debiti. Personalmente dovrò comunque sempre ringraziarli per la possibilità che mi hanno dato di allenare la mia squadra del cuore».

Ora Graziani, da eroe della salvezza (32 punti in 23 gare) si ritrova a spasso: «E mi da fastidio, non lo nascondo. Ho rinunciato a una squadra di Lega Pro per aspettare il Mantova, ma quella è stata una mia scelta e non me ne pento. Però, trovarsi disoccupato dopo aver guadagnato una salvezza in quel modo non è piacevole». A tal proposito, Ciccio condivide i meriti di quella salvezza: «Io sono un compartecipe, perché il merito va dato ai giocatori, che ringrazio tutti e che sono stati insultati ingiustamente dalla proprietà; e poi allo staff e a tutte le persone che lavorano dietro le quinte, dai team manager ai magazzinieri alle segretarie. L’ultimo periodo del campionato era tutto un castello di carta: nessuno prendeva un euro da mesi, c’era nervosismo perché 40-50 famiglie dipendevano dagli stipendi del Mantova che non arrivavano. Eppure nessuno ha mollato».

Infine Graziani si fa un augurio: «Spero che Mantova sappia ancora una volta rialzarsi, magari facendo un passo indietro per farne due in avanti. Ed è chiaro che, con un progetto serio, mi piacerebbe molto tornare a sedermi sulla panchina del Martelli».

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