VIADANA. Le difficoltà e gli ostacoli che la vita ti mette davanti talvolta sono imprevedibili. E avere una grande passione come quella verso lo sport, in questo caso il calcio, può aiutare a superarli e a tornare alla normalità. La storia di Antonio Oliverio, difensore 26enne di Viadana attualmente in forza alla Povigliese di Prima categoria, rappresenta pienamente questa immagine. Antonio, nel 2012, si è dovuto sottoporre ad una delicata operazione alla testa durata circa 13 ore in seguito ad un’emorragia interna. «Il dottore mi disse che avevo un angelo custode che mi ha salvato - ricorda Oliverio -. Si vede che non era il mio momento. Quel passaggio difficile della mia vita ha formato il mio carattere: sono cresciuto molto ed è stata un’esperienza che mi ha fortificato. Chiaramente non vedevo l’ora di lasciarmela alle spalle, i miei genitori piangevano ogni giorno e le loro lacrime mi hanno dato la forza per rialzarmi».
Anche indossare nuovamente gli scarpini è stato un grande aiuto per tornare alla quotidianità. «Ho iniziato a tornare in palestra di nascosto dai miei genitori per ritrovare la forza fisica necessaria. Inizialmente indossavo il casco protettivo ma poi, dopo aver fallito un colpo di testa in difesa, non l’ho più messo». Oliverio è cresciuto nelle giovanili del Viadana per poi passare alla Casalese, con cui vinse il campionato di Prima. Dopo aver indossato la maglia dei canarini è passato ad un’altra squadra mantovana, la Futura. Infine lo sbarco oltreconfine, con il team reggiano della Povigliese, attualmente al quarto posto del girone B Crer.
«Sono stato uno dei primi ad essere chiamato da ds e tecnico per la riconferma. La Prima categoria è un campionato tosto in cui non bisogna mai calare la concentrazione. Sono i particolari che fanno la differenza e so di poter ancora lavorare e migliorare come calciatore. A volte ho troppa adrenalina, dovrei controllarmi di più ma quando scendo in campo il mio carattere si trasforma, non guardo in faccia a nessuno». Oltre ai familiari e alla fidanzata Jenny, Antonio (che lavora alla Padana Tubi di Guastalla) ha un tifoso speciale. «Mio nipote Antonio viene a vedermi ogni domenica e se sbaglio qualcosa alla sera mi fa la ramanzina», sorride Oliverio.