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I club: «Non possiamo tenere ancora fermi i nostri ragazzi»

Protestano Sustinente, Quistello, Viadana, Asola, Junior Curtatone e San Pio X «Palestre luoghi sicuri dopo tante spese, rischiamo di riprendere tra un anno»

Alberto Carmone
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MANTOVA

A distanza di pochi giorni dall’ordinanza 620 della Regione Lombardia che ha bloccato tutta l’attività dello sport di base, le società di basket mantovane s’interrogano sul futuro e sul senso stesso del provvedimento. Qualora non venga concessa nemmeno la possibilità degli allenamenti individuali, il futuro del basket dilettantistico e giovanile appare fortemente compromesso.

Così il patron del Sesa Sustinente Carlo Ramaschi: «E’ un dovere delle autorità competenti prendere decisioni che possono scontentare qualcuno, ma che sono necessarie per il bene pubblico, e ritengo che l’ordinanza vada in questo senso. Analizzando bene il testo dell’ordinanza, in realtà questo ci riporta alla ordinanza 579 di luglio, quindi non all’impossibilità di svolgere attività, ma a una modalità di allenamento che eviti assembramenti in campo e contatti tra gli atleti. Noi abbiamo redatto un nuovo protocollo di svolgimento dell’attività che è già all’attenzione del comune di Sustinente e contiamo e speriamo di poter cogliere l’opportunità che questa ordinanza ci dà, almeno dal punto di vista tecnico, cioè lavorare sulle capacità tecniche del singolo giocatore, senza dimenticare l’importanza che ha, specie per i più piccoli del minibasket e anni appena superiori, di far socializzare i bambini attraverso il gioco. Abbiamo la fortuna, in questo ambito, di avere Cesarino Squassabia, che è certamente uno dei più esperti in Italia in questo senso. Cercheremo quindi, rispettando le regole che ci sono state date e di portare avanti la nostra attività».

Ecco il direttore sportivo della Negrini Quistello Massimo Calciolari: «Speriamo che si possa riprendere almeno con gli allenamenti senza contatto con giovanili e prima squadra. Siamo stati fermati a una settimana dal via della stagione e ci sono molte incognite legate all’eventuale svolgimento del campionato. Non possiamo tenere ancora fermi i nostri ragazzi. Abbiamo investito grandi risorse per adeguarci ai protocolli. Le nostre palestre sono controllate e più sicure dei trasporti».

Amareggiato il presidente dell’Almac Viadana Massimo Pizzetti: «Posso comprendere la decisione di posticipare l’inizio del campionato visto l’andamento della pandemia ma non capisco il senso di sospendere anche gli allenamenti. Siamo in palestra ormai da due mesi, i contatti sono già avvenuti ma la nostra società ha rispettato tutti i protocolli».

La frustrazione del presidente della Lady Leaf Tomasi Auto Asola Graziano Rubes: «Anziché aver programmato degli interventi strutturali per contrastare una potenziale seconda ondata - ad esempio il potenziamento dei trasporti, l’istituzione della didattica a distanza, l’ampliamento dello smart working e gli investimenti nei sistemi di tracciamento - la Regione non ha trovato soluzione migliore che bloccare lo sport dilettantistico. Il nostro è un settore che ha compiuto investimenti considerevoli per applicare alla lettera i protocolli federali e ministeriali per permettere monitoraggio e tracciamenti di tutti gli atleti. Si ha sempre più l'impressione che si vada avanti per tentativi estemporanei dettati dall'emotività del momento. A questo punto la prospettiva di riprendere a settembre 2021, sempre che lo sport dilettantistico e la nostra società in particolare ne avrà le forze, si fa sempre più concreta».

Così il n.1 dello Junior Basket Curtatone Angelo Pinzi: «Il momento è critico e la salute va salvaguardata ma è altrettanto vero che la situazione di Mantova non è quella di Milano. Inoltre, chiudere le attività sportive in cui i ragazzi sono in contesti controllati e regolati da protocolli la ritengo una decisione discutibile. Sospendere le attività vuol dire, molto probabilmente, chiudere la stagione e pregiudicare il futuro delle società».

Infine Ciro Tosetti, responsabile minibasket del San Pio X: «Credo che lo sport organizzato e protocollato sia fondamentale per l’educazione e il benessere psico-fisico dei ragazzi. Siamo consapevoli che l’emergenza sanitaria ha la precedenza ma servirebbe buon senso nel prendere decisioni così pesanti per le società». —

Alberto Carmone

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