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La Mille Miglia vinta da un’Alfa, la stessa del successo di Nuvolari

La ricorrenza a 90 anni esatti dal trionfo del Mantovano Volante: i Vesco primi a Brescia con la 6C 1750 GS Testa Fissa Spider Zagato

Gian Paolo Grossi
1 minuto di lettura

BRESCIA. Curiosa analogia tra la Mille Miglia storica vinta il 25 ottobre dai bresciani Roberto e Andrea Vesco e quella conquistata nel 1930 da Tazio Nuvolari. Al netto di restauri spesso necessari per vetture così antiche da apparire oggi come autentici gioielli, il modello di Alfa Romeo dei vincitori è il medesimo a distanza di 90 anni fa: chi domina è sempre alla guida di un’Alfa Romeo 6C 1750 GS testa fissa spider Zagato del 1929, oggi di proprietà del Team Villa Trasqua.

Alla sua quarta edizione nel 1930 finalmente l’albo d’oro bresciano accoglie il nome di Nuvolari che vince, supera per la prima volta la barriera dei 100 chilometri di media e dimostra a Vittorio Jano di meritare la sua fiducia. La favolosa Mille Miglia del 1930 dà la scossa all’Italia innamorata dei motori, dividendola in due al pari in quegli anni dei “bindiani” e “guerriani” del ciclismo: la fazione del campione di Castel d’Ario contro la fazione di Achille Varzi. Quest’ultimo, arrivato all’Alfa un anno prima e subito laureatosi campione d’Italia, all’indomani della scomparsa di Brilli Peri conta di essere trasferito nella prima squadra che la Casa del Portello ha iscritto per la Mille Miglia. Invece Jano gli preferisce il novizio Tazio, acuendo la rivalità. Varzi parte in testa ma a Bologna è quarto con Nuvolari secondo; a Roma Nivola tallona il piemontese a meno di un minuto. La lotta diviene furibonda nel cuore della notte, risalendo lo Stivale si scambiano più volte le posizione e Varzi è ancora al comando in Veneto ma a Peschiera c’è il decisivo sorpasso di Tazio, al culmine di una lunga rincorsa.




 

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