Biella battuta: la Staff Mantova fa il suo dovere ma troppi rischi nel finale
Dinamite-James ancora una volta il migliore dei biancorossi, Weaver ritorna ai suoi livelli, bene anche Cortese e Ghersetti
Alberto Mariutto
MANTOVA. Ci voleva Biella per sbloccare la classifica degli Stings, che era ferma a quota sei dallo scorso 20 dicembre. I ragazzi di coach Di Paolantonio non giocano una partita meravigliosa, ogni tanto mollano la presa, ma è quanto basta per sconfiggere una squadra senza dubbio volenterosa, ma poco attrezzata per un campionato come l’A2.
Il club piemontese ha un grande passato, anche nella massima serie, ma un presente piuttosto misero: per come stavano andando le cose la scorsa estate, è già tanto che sia riuscito a iscriversi al campionato, con un roster “low cost” pieno di giovani e qualche giocatore di qualità. Tra questi l’ex- Mantova “Kuba” Wojciechowski (ieri piuttosto inconsistente), Federico Miaschi e Marco Laganà, oltre all’americano Deontae Hawkins. Evidentemente troppo poco, visto che finora sono riusciti a raccogliere soltanto una vittoria e arrivavano alla Grana Padano Arena con un filotto aperto di cinque sconfitte. Se aggiungiamo che mancava anche il capitano Matteo Pollone, non un fenomeno ma comunque uno in più che sa tenere il campo, è evidente che per la Staff non si trattava di un osso durissimo.
Più o meno è andata come previsto, cioè una vittoria degli Stings abbastanza netta e praticamente senza alcun rischio, se contiamo che la squadra mantovana è stata in vantaggio dal primo all’ultimo minuto, toccando anche i 18 punti di vantaggio a fine terzo quarto (52-70). Anche l’esordio del neo-acquisto Marco Ceron è stato discretamente buono: 12’ in campo senza grandi lampi, ma neppure gravi sbavature. Una tripla segnata, che fa sempre bene all’autostima, e un paio di rimbalzi catturati: probabilmente era la situazione migliore per prendere confidenza con i nuovi compagni. Il problema è che gli Stings hanno giocato solo a tratti: nonostante la netta superiorità, non sono mai riusciti a chiudere il match, ritrovandosi avanti di appena cinque punti a pochi minuti dalla sirena finale.
L’approccio alla gara era stato sicuramente dei migliori: subito 7-0, Ghersetti in doppia cifra dopo 8’, le triple a grappoli di Cortese e le fantasiose scorribande di James in area. Il 27-16 del primo quarto prometteva fin troppo bene, e se non fosse stato per il sorprendente serbo Lazar Lugic (visto qualche anno fa in C Gold a Piadena), a metà gara il vantaggio mantovano non sarebbe stato di appena dodici punti (50-38). Poco male, perché nel terzo quarto, letteralmente dominato da Weaver, gli Stings sembravano averla chiusa, sfiorando il ventello di margine. Invece no, tra quintetti poco convincenti e giocatori fuori fase, l’ultimo quarto mantovano lascia spazio e coraggio a Miaschi e Laganà per provare una incredibile rimonta.
Probabilmente all'inizio non ci credevano neppure loro ma di canestro in canestro il vantaggio si assottiglia lentamente, fino a diventare davvero risicato (82-77). Quasi una doccia fredda per gli Stings, che probabilmente pensavano di averla già vinta da parecchio tempo e psicologicamente erano piuttosto scarichi. Per fortuna che c’è James, il migliore dei suoi insieme a Weaver, a scongiurare ogni possibile finale a sorpresa. Nei minuti finali l’esterno americano ci mette tutta la sua classe, piazzando una tripla importantissima, seguita a ruota da un recupero più contropiede che praticamente chiude il match. Non ci fosse stato lui, senza dubbio il finale avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di più drammatico.
Ora testa alla gara di domenica prossima, in quel di Piacenza: non sarà per niente semplice.
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