In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Governolese, dopo 102 anni la prima sosta scelta e voluta

Il vice presidente Bronzatti: «Decisione dolorosa e obbligata, prima c’è la salute». Il capitano Borghi: «La smania di giocare non può prevalere sulla pandemia»

Marco Bellutti
1 minuto di lettura

GOVERNOLO.  Fermarsi oggi, per riproporsi più forti e compatti in un prossimo futuro. 102 anni di storia della Governolese, fondata nel 1919, meritano rispetto E senso di responsabilità. La decisione di non riprendere l’attività lascia soltanto una rappresentante mantovana in Eccellenza, il Castiglione.

«Nessuno deve ipotizzare cause economiche dietro la decisione di non aderire alla ripresa teorica dei tornei», sentenzia con assoluta chiarezza il vice presidente Fabio Bronzatti che entra nel dettaglio e chiarisce: «Abbiamo preso la decisione di fermarci per senso di responsabilità. Non si capisce secondo quale filo logico, nel pieno di una pandemia, si stia pensando di andare avanti in un percorso calcistico che è stato interrotto praticamente da un anno. Difficile pensare al calcio giocato in un momento di assoluta difficoltà. E’ questo calcio, condito da incertezza assoluta, quello che vogliamo offrire? Abbiamo scelto di dire no, come era nel pieno diritto delle società».

Interrogativo chiaro, quello sviscerato da Bronzatti che con competenza e lucidità, aggiunge ulteriori interessanti riflessioni: «Abbiamo preso la decisione di comportarci come veri padri di famiglia verso i nostri ragazzi, che sono il futuro, l’anima ed il fulcro della passione che ci guida verso le famiglie e le persone, gli appassionati che sono sempre stati e sempre saranno al fianco della Governolese».

Un guaio planetario nel quale il calcio scivola in secondo ordine, ferma restando la passione secolare che vive attorno ai colori rossoblu: «Non è questo, almeno per noi, il momento di sentirci protagonisti. Non è questo il nostro calcio, che vogliamo regalare alla gente. Non è il momento di essere eroi sportivi. Gli eroi sono altri. Per rispetto verso tutte le persone che stanno male e soffrono, verso le persone che si ritrovano senza un lavoro, verso quei giovani che si ritrovano con scuole chiuse, abbiamo preso la decisione di fermarci per ripresentarci più forti in futuro. Il nostro è un atto di responsabilità».

Al pensiero dirigenziale si allinea anche la riflessione del capitano della Governolese, Cesare Borghi: «Da giocatore d’impulso vorrei ritrovarmi su di un campo di calcio già domani», riflessione di pura passione che cozza con la realtà, come lo stesso Borghi spiega prontamente: «Ragionando da persona, è ovvio che questo desiderio deve essere messo da parte. Da persona mi chiedo se siano stati considerati i rischi per ragazzi e famiglie, in un periodo come quello che stiamo vivendo. Giocare ad ogni costo rischia di compromettere anche quella che può essere la prossima stagione. Meglio fermarsi e sopportare l’attesa. Sento di dovere esprimere gratitudine ad una piazza importantissima del panorama dilettantistico come è la Governolese». Dopo 102 anni d’attività la storia dei Pirati è pronta a ricominciare. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

I commenti dei lettori