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È una “prima” che fa male: il Castiglione si butta via dopo una gara da applausi

Il Ciliverghe vince grazie all’incornata di Ricupati, Fantoni spreca il rigore del pari. Match di qualità e quantità per i rossoblù che si dimostrano compatti e spigliati

Andrea Gabbi
2 minuti di lettura



INVIATO A MAZZANO (BRESCIA)

Perdere così, dopo una gara così, per degli episodi così fa male. E il freddo umido di Mazzano non può che rimarcare la crudezza della realtà. Questo è il calcio. Capita quindi che in questo sport meraviglioso si torni a giocare dopo 179 giorni e al posto di esultare si debba masticare amaro a causa di un gol in zona Cesarini evitabile e di un rigore buono per il pari sprecato malamente. Peccato, ma c’è del buono da portare a casa per gli aloisiani.



Il 4-3-1-2 disegnato da Manini funziona a meraviglia. Nel senso che dopo tutto questo tempo senza il brivido caldo della partita era normale attendersi una squadra sfilacciata e con poche certezze. Invece no. Modulo quadrato, fatto su misura viste le caratteristiche dei giocatori. E anche qualche scommessa azzardata ma vincente, come ad esempio l’aver schierato titolare al centro della difesa un classe 2002 come Cigala. Al suo fianco Guagnetti, sugli esterni Canziani e Mambrin (largo per limitare Valotti, l’elemento di spicco dei bresciani di Cogliandro). Missione compiuta, se non fosse per quel fallo ingenuo regalato sulla trequarti e che poi ha portato al gol partita. In mediana la gamba di Mangili, le geometrie di Chiarini e la volontà di Narcelli. In regia la fantasia di Salomoni per ispirare Ghirardi e Maccabiti.



Nella prima frazione è il Castiglione a distendersi meglio, il Ciliverghe paga la tensione di dover vincere a tutti i costi. Ci provano Maccabiti, Salomoni e pure Mangili con una botta da fuori. Occasioni leggere, ma pur sempre occasioni. La più ghiotta capita a Big Mac che si lavora un pallone in area piccola e poi spara tra le braccia del giovane Spezia. Sull’altro fronte Piccinardi ci mette una pezza prima del duplice fischio della signora Bazzo di Bolzano. Tiro in spaccata da parte di Mair, l’ex Governolese segue come un falco la traiettoria e risponde presente.



Nella ripresa succede qualcosa di imprevedibile. Ti aspetti un crollo fisico costante da parte dei rossoblù che nelle gambe hanno pochi allenamenti rispetto ai bresciani che di fatto non si sono mai fermati. E invece la banda di Manini non solo ci mette fiato, ma pure testa, confezionando un paio di giocate davvero apprezzabili. Salomoni scheggia il palo, poi il fantasista innesca di tacco Maccabiti che spreca. Pure Mambrin va vicino al gol.



A questo punto Manini commette un errore in buonafede. Nel momento migliore dei suoi il mister decide di coprirsi, preoccupato dalla precaria tenuta atletica. Mossa condivisibile, ma che a posteriori non paga, perché il Castiglione arretra troppo e non riesce più a pungere. Lo ammetterà lui stesso nel post partita: «Abbiamo cambiato perché temevo che da un momento all’altro potessimo finire la benzina».



Le valutazioni tattiche però lasciano il tempo che trovano, perché stringi stringi la gara si decide negli ultimi 5 minuti a causa di due episodi. Il primo è la punizione regalata dal Castiglione al Ciliverghe, sugli sviluppi della quale arriva la zuccata vincente di Ricupati. Il secondo è il rigore che al 43’ si conquista Guagnetti e che Fantoni tira debolmente tra le braccia di Spezia.



Nonostante il ko il Castiglione c’è e ora ha la consapevolezza di non essere tanto indietro rispetto alle big di questo mini torneo così imprevedibile. E questa considerazione vale forse più del punto gettato alle ortiche ieri con il Ciliverghe. —



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