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Ganna, scatta l’ora più lunga In Svizzera per tentare il record

Il ds Cioni: «Non gradite le critiche post-Mondiale, ma è tutto pronto»

Daniela Cotto
2 minuti di lettura

il personaggio



Sincronizzate gli orologi e mettete un po’ da parte il calcio. Domani alle 20, nel velodromo di Grenchen in Svizzera, Filippo Ganna darà spettacolo: l’oro olimpico nel quartetto a Tokyo e 5 volte iridato su pista, vivrà l’ora più lunga dei suoi 26 anni. Tenta il record dell’Ora, la sfibrante corsa solitaria contro il tempo, la prova più spettacolare e micidiale che esista. Serviranno la massima concentrazione e una dose di buona sorte, ma nessun dettaglio è stato trascurato. A partire dalla bicicletta avveniristica, “il Bolide”, di nome e di fatto, costruita in 3D col telaio in lega di alluminio, scandio e magnesio che costa 60mila euro. Saggio tecnologico nato dagli studi sull’aerodinamica estrema, ma anche sulle balene, prima volta nella storia dall’azienda Pinarello di Treviso. Un marchio storico del settore, sceso in campo con l’obiettivo di festeggiare il trionfo di Pippo e del made in Italy. «Ho il tricolore nel cuore», racconta Ganna mostrando la maglia con le strisce verde-bianco-rosso. Il team che sponsorizza l’impresa, invece, è suddito del nuovo Re Carlo III. I soldi pure. Il patron Jim Ratcliffe della Ineos Grenadiers, il più ricco nel mondo delle due ruote, ha messo a disposizione un budget di 50 milioni all’anno.

Ganna è partito ieri per la Svizzera. Nella mente un’unica idea, precisa: percorrere in 60 minuti più dei 55,548 chilometri pedalati nello stesso impianto dal suo compagno di squadra, l’ingegnere britannico Dan Bigham. Dovrà muoversi con l’efficienza di una Formula 1. Per Top Ganna sarà una grande occasione: può riportare in Italia il record che gli consentirebbe di entrare nella storia 38 anni dopo il magico 1984 di Moser. «Lui è nel mio cuore – dice Pippo –. Come il mio paese e la bandiera italiana». Tenta una sfida che ha il sapore delle imprese antiche, su una pista di 250 metri che ha già ospitato due record, quello di Voigt nel 2014 e di Dennis l’anno dopo. Se Filippo centrasse il record, entrerebbe nella leggenda, e rilancerebbe il ciclismo italiano nello stesso giorno in cui, al Giro di Lombardia, Vincenzo Nibali darà l’addio alla carriera. Una coincidenza di date che diventa staffetta simbolica tra i due azzurri. Cala il sipario su Nibali e si rialza quello sulla carriera di Ganna che, scacciati i fantasmi del Mondiale australiano in cui si sono inceppati i meccanismi da macchina perfetta, è pronto per il riscatto.

A Grenchen Pippo è stato preceduto mercoledì dall’inseparabile preparatore Dario David Cioni, che più di tutti sa interpretare le mosse del fuoriclasse. «Siamo pronti. Lunedì, a Montichiari, abbiamo fatto l’ultimo test, 35’ simulando la caccia al record. Nell’ultima settimana non si inventa nulla. Filippo c’è, abbiamo provato il body, il casco e riprovato la bici». Aggiunge Cioni: «Certo non ha gradito le critiche per il Mondiale e per il record dell’Ora che coincide con il Lombardia, ma non avevamo altra scelta. Perché la prossima settimana si gareggia nel Mondiale su pista. Siamo ottimisti, abbiamo lavorato sodo. Ma dietro ai computer ci sono l’uomo e l’atleta. Il record dipende da lui».

Ganna dovrà calibrare calorie ed energie mentali. Un lavoro da fachiro già prima di scendere in pista sotto gli sguardi dei fans arrivati da Verbania, con pochi altri invitati all’esclusivo party sportivo. Sveglia alle 8.30 per una colazione “normale” con omelette, pane e marmellata. Allenamento, pranzo, riposo, cena anticipata e riscaldamento. Poi, alle 20 via allo show. Filippo parte da fermo. Solo contro il tempo. Alla ricerca di se stesso, dell’impresa e della gloria. —

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