La leggenda di Pelè rivive nei guanti di Lalà: è mantovana la figlia del portiere del Santos
Ieri l’ultimo saluto a O Rei, Daphne Pierin apre l’album dei ricordi: «Era uno di famiglia». Il fratello cura il museo dei bianconeri: «Ora è eterno»
Alberto Sogliani
Sarà pur vero che il mondo è piccolo, ma riuscire ad entrare in modo virtuale nel Museo del Santos e parlare con il direttore proprio nel giorno dell’ultimo saluto a Pelè apre le porte all’emozione. Tutto questo grazie a Daphne Pierin, brasiliana da 17 anni residente a Mantova e figlia di Carlos Pierin, noto come Lalà, che fu “goleiro” (portiere) del Santos dal 1959 al 1961. Dove giocò e fu grande amico del mitico Edson Arantes Do Nascimiento oltre che del futuro biancorosso Angelo Benedicto Sormani. È la stessa Daphne, terzogenita di Lalà e con un diploma di scuola turistica nel cassetto, che ci guida in questo viaggio della memoria: «Mio padre oggi ha 88 anni - spiega - e per fortuna sta ancora bene. Mi spiace ma non sono riuscita a contattarlo però posso raccontarvi qualcosa di lui e del suo rapporto con Pelè». Come ad esempio di quando Lalà, famiglia di origine italiana proveniente da Marostica, in qualche modo insegnò al grande giocatore a mettere un pizzico di fantasia in più nel suo storico autografo: «Pelè inizialmente si firmava solo con Edson - racconta - mentre mio papà che è sempre stato creativo lo spinse a scrivere la lettera P in modo artistico. Come lui quando siglava Pierin. Completando poi con l’accento a forma di cerchio dopo la E finale».
Altro gustoso aneddoto è relativo alle nozze di Lalà, a lungo scapolone impenitente: «Mia madre racconta - sorride Daphne - che Pelè era in tournée ma volle assolutamente essere presente al matrimonio. Perché voleva conoscere di persona chi era stata quella donna capace di fargli girare la testa». Dopo il Santos Lalà proseguì la carriera di portiere in Venezuela e Messico: poi si laureò in educazione fisica ma apri lo storico negozio di articoli sportivi Pap’s Sport, nei pressi dello stadio, punto di ritrovo per tifosi ed ex giocatori del Santos. Lalà e la moglie Ana Lucia, oltre a Daphne, hanno altri tre figli maschi: Carlos Julio, il maggiore, avvocato sportivo, Antonio Lucas, il più piccolo, promessa calcistica mancata per un infortunio ed ora fisioterapista di fama del Santos, ed il secondo nato Gabriel. Che fa il giornalista, lo scrittore ma soprattutto è responsabile del museo dello storico club brasiliano. Il quale, come ci tiene a sottolineare, insieme a Flamengo e San Paolo non è mai retrocesso in seconda divisione. «Oltre ai ricordi di papà - dice Gabriel - ne ho uno speciale che condivido con mia sorella. Quando da ragazzini con la famiglia fummo invitati per una festa nella sua villa con piscina. Sapevamo che era un amico di nostro padre, più tardi capimmo chi era davvero. Ho l’immagine scolpita nella mente di Pelè con un vestito brillante ed argentato. Sono stati giorni pesanti per noi: era una leggenda vivente, ora è diventata eterna». La chiusura è in chiave mantovana: «Nel 1967 mio padre non giocava più nel Santos - dice Gabriel - ma quell’amichevole col Mantova finita solo 2-1 fu molto dura. E so che alla sera O Rei venne premiato con una medaglia d’oro». Mentre Daphne afferma che nella sua copertina di Instagram invita tutti i brasiliani a venire a conoscere Mantova: «È una città bellissima - conclude - ed il clima non mi spaventa. Anzi, la nebbia ha qualcosa di magico».
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