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Padella è realtà: «Sarò un leader per il Mantova»

Il difensore firma fino al 2024: «Grinta e determinazione». Il ds Battisti: «Lui e Bocalon due priorità, ora ultimi ritocchi»

Alberto Sogliani
Aggiornato alle 3 minuti di lettura

Si è mosso anche il presidente Filippo Piccoli per presentare il nuovo acquisto del Mantova, il difensore centrale Emanuele Padella che ha sottoscritto un contratto fino a giugno 2024. Per il quale il numero uno di Viale Te ha speso parole importanti, dal punto di vista tecnico ed anche umano, dipingendolo come un leader biancorosso del presente ma anche del futuro.

La conferenza stampa per Emanuele Padella

Nato a Roma il 24 settembre 1988, Padella ha un curriculum di quasi 400 partite tra i professionisti ed è reduce da 4 stagioni al Lanerossi Vicenza, dove ha indossato anche la fascia di capitano: «A inizio gennaio la società mi ha fatto capire che non rientravo più nei piani - spiega Padella - di conseguenza ho cominciato a guardarmi attorno. C'è stata subito la chiamata della Viterbese che stavo prendendo seriamente in considerazione, fino a quando ho ricevuto una proposta dal direttore sportivo del Mantova Alessandro Battisti. Mi ha spiegato nei dettagli il progetto, toccando i tasti dell'orgoglio e della volontà di avermi nella sua squadra. Ho conosciuto una persona vera, che mi ha fatto sentire ancora importante alla mia età in una piazza storica come questa, alla quale è davvero difficile dire di no. Vengo con tanto entusiasmo e voglia di fare bene cercando di portare la mia esperienza ai nuovi compagni».

La presentazione del neoacquisto del Mantova Padella

Padella spiega perché viene considerato da sempre un leader nello spogliatoio ed in campo: «Non è presunzione, perché io nel gruppo porto lo stesso rispetto al più giovane dei miei compagni ed al più anziano dei magazzinieri. Credo che sia una caratteristica che mi appartiene: essere leader vuol dire arrivare per primo agli allenamenti ed andare via per ultimo, dire una parola di conforto ad un compagno che è in difficoltà, trascinare la squadra nei momenti topici dell'impegno. In carriera ho sempre cercato di trasferire queste cose in partita, con o senza la fascia di capitano». E per quanto concerne il suo ruolo di difensore arcigno, definito dall'ex ds Magalini quasi come un Hannibal Pellegrini, Padella sorride: «Mi considero un giocatore vecchio stampo, che a 18 anni ha iniziato a giocare sui campi della serie C2 del Sud. Con tutto il rispetto, lì il tuo carattere si forgia alla svelta, altrimenti devi prendere in considerazione l'idea di smettere. La grinta e la determinazione sono nel mio Dna e voglio metterle al servizio del Mantova e dei suoi obiettivi». Al proposito del quale, l'atleta romano parla del suo primo impatto, davvero assoluto, con la sua nuova realtà: «In tanti anni che gioco a calcio non ho mai affrontato la squadra biancorossa e neppure sono mai sceso in campo al Martelli. In compenso però agli inizi della mia carriera ero a Grosseto con Gaetano Caridi che mi parlava in maniera straordinaria di questa città e di questo ambiente. Ho conosciuto il mister ed i nuovi compagni nel primo allenamento, ora entreremo sempre più nel dettaglio della tecnica e della tattica. Vedo un gruppo sano e compatto, che ho già affrontato due volte tra precampionato e nel girone di andata: in quest'ultimo caso vincemmo 2-1 ma nella ripresa il Mantova ci mise in grande difficoltà con la sua buona organizzazione e qualità».

Con Padella e Bocalon sono due i nuovi acquisti in questa fase di calciomercato invernale, mentre Paudice è stato dato in prestito alla Recanatese. Il ds Battisti fa il punto della situazione a quasi due settimane dalla chiusura delle trattative: «Sono arrivati due elementi che erano delle priorità per la nostra rosa - spiega - che ora come ora consta di 27 giocatori, ovvero due in soprannumero. A questo punto siamo completi, senza dimenticare che noi siamo qui per ascoltare i giocatori e cercare nei limiti del possibile di assecondare le loro richieste. Se qualche ragazzo ci dovesse chiedere di andare per giocare con maggiore continuità vedremo di accontentarlo, ovviamente è nell'interesse comune. Procaccio? In estate lo abbiamo strappato a società fortissime, ha fatto un ritiro stratosferico poi ha avuto qualche problema. Io non lo venderei mai, potrebbe essere che però che lui, come altri, vogliano maggiore spazio. Penso anche a Cozzari (pare interessi al Rimini, ndr) un ragazzo che a mio avviso potrebbe fare benissimo la C e qui per vari motivi ha giocato poco. Insomma, la situazione è fluida ed è probabile che accada ancora qualcosa». Nello specifico, per il terzino destro ed il portiere: «Nel ruolo di esterno basso siamo stati sfortunati - conclude - con i due seri infortuni prima a Pedrini e poi a Pinton. Il ritorno di Marchionni a Novara ha impedito la partenza di Ciancio, in ogni caso ci stiamo guardando attorno. Per il portiere, ci tengo a dire che ne abbiamo due molto forti: uno, Chiorra, che abbiamo espressamente voluto avendolo seguito al Taranto, l'altro, Tosi, che è penalizzato per il fatto di non essere più un under. Godono entrambi della nostra fiducia e per me resteranno loro».

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