Mantova, ora in piedi e fuori i valori veri
Il punto di Massimo Biribanti dopo la sconfitta al Martelli contro l’Arzignano
Massimo Biribanti
Le ultime due sconfitte sono senz’altro la goccia che fa traboccare un vaso già colmo dopo mesi di delusioni. La stagione del Mantova, del resto, farebbe perdere la pazienza anche a un santo, se fosse appassionato di calcio. Adesso però attenzione a non buttare via il bambino con l’acqua sporca.
A lasciarsi andare allo scoramento, a pensare che la via verso la retrocessione sia imboccata e che non si possa tornare indietro. A fine gara è sacrosanto lo sfogo di chi mette i soldi (il presidente Piccoli) e magari anche utile a pungere nell’orgoglio i calciatori, per farli reagire.
Ma la realtà è quella ricordata da mister Mandorlini: in questi momenti bisogna fare quadrato, stare uniti, aiutarsi tutti. E ricordare che l’obiettivo è la salvezza. Che sarebbe molto meglio raggiungere il 23 aprile, all’ultimo turno di campionato, ma che potrebbe arrivare anche ai playout. Com’è già successo più volte in passato al Mantova.
Se volessimo star qui a elencare tutti gli errori commessi dalla scorsa estate non basterebbero le pagine e nessuno sarebbe assolto, dalla proprietà fino all’ultimo calciatore. Perché nel calcio si vince e si perde tutti assieme. Questa è l’essenza dello sport di squadra, dove i valori dei singoli (e quelli del Mantova, checché se ne dica, non sono da retrocessione) contano fino a un certo punto.
Bisogna tenerlo bene a mente da qui alla fine. A partire da domenica quando si andrà a giocare sul campo della capolista FeralpiSalò. Che ha valori tecnici inferiori alla corazzata Vicenza ma gli sta vincendo il campionato in faccia. In piedi, Mantova.
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