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Calcio Mantova. E uscimmo a riveder le stelle

Il Mantova supera alla grande l’esame Pro Sesto, Maggioni e Fiori nella ripresa portano al successo. Sette punti in tre partite. Mercoledì c’è la Giana

Andrea Gabbi
1 minuto di lettura
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Potremmo cominciare con le solite frasi. Del tipo “guai ad esaltarsi troppo”, oppure “sì ma c’è tutto un campionato davanti”, o anche “calma, arriveranno momenti duri”. Tutto vero, ma lasciateci pure registrare il godimento totale di una piazza che sembra rinata. Lo abbiamo scritto più volte, ma è bene ribadirlo: 4 mesi fa il Mantova è retrocesso in serie D per la prima volta nella sua storia. C’erano musi lunghi, lacrime e contestazione diffusa. Un’aria pesantissima da respirare. La ventata di freschezza arrivata in estate ha rivoluzionato tutto e ha fatto sbocciare un fiore che era solo nascosto. Ma che aveva bisogno di acqua, di concime, di attenzione. Situazioni arrivate nel giro di pochissimo tempo, cosa rarissima in uno sport imprevedibile come il calcio. Quindi in alto i calici, perché almeno per una notte il Mantova è primo e la sua gente merita di sentirsi un pochino in Paradiso.

Non devono però esaltarsi i giocatori, perché nonostante il dominio - a tratti imbarazzante - visto contro la Pro Sesto, restano delle cose da registrare. Posanzini chiede cinismo e ha pienamente ragione, perché va bene sprecare per eccesso di sicurezza una palla gol, ma non va bene quando si buttano a mare ben 3 chance con l’attaccante a tu per tu con il portiere. Perché prima o poi la beffa arriverà, quindi meglio prevenire che curare. Ma è innegabile che al di là di questo c’è tanto di buono sul pianeta Mantova. E tanto sta già migliorando. Ad esempio la qualità nel palleggio che partita dopo partita è sempre più parte integrante del bagaglio dei giocatori. Bello anche notare una cosa: gli avversari, chiaramente, studiano l’idea di manovra di Possanzini. Padova, Arzignano e Pro Sesto hanno usato tre modi diversi per contrastarla, e in tutti e tre i casi sono andati in tilt (chi più chi meno ovviamente). Questo è un segnale. Vuol dire che la strada è quella giusta, che il Mantova vuole essere protagonista, che c’è la volontà di abbandonare l’inferno dantesco per riveder le stelle. —

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