Apple cambia tutto. Il nuovo Apple Silicon si chiama M1, ed è il capostipite di una nuova generazione di processori pensati da Apple seguendo l'eredità di quanto fatto su iPhone e iPad con i processori Axx, ma diversificandone forma e funzioni. E sbarca non su uno ma su ben tre Mac diversi.
I nuovi chip M1 intanto sono SoC, System on a Chip: in pratica integrano su più strati di silicio funzioni diverse, inclusa la memoria, la grafica e la gestione di altre funzioni. Questo porta a vantaggi non solo di dimensione ma anche di velocità, prestazioni e consumi. Perché, anziché avere le funzionalità sparpagliate su componenti di silicio diverse, adesso tutto è più vicino. Uno dei fattori di maggior performance e al tempo stesso risparmio energetico è avere i centri di calcolo, i "core" diversificati per gestire in maniera più efficiente i picchi di lavoro e invece le attività meno impegnative. La memoria condivisa, cioè "unificata" come la chiama Apple, permette di eliminare la maggior parte dei colli di bottiglia nei passaggi tra processore, co-processore grafico e processore per il machine learning (il Neural Engine).
La potenza del processore
Fin qui si ricalca abbastanza l'architettura dei processori degli iPad e degli iPhone. Quello che cambia è la scala e la potenza di calcolo. Apple non ha rivelato né una misura standard di velocità (ad esempio, la frequenza dei core del processore) né l'output misurato in teraflop, se non per la componente grafica. Si sa solo che questo SoC ha 16 miliardi di transistor e una serie di record rispetto ai processori per Pc tradizionali, oltre a performance più elevate. Seguiranno i benchmark e le misure non appena arriveranno nelle mani del pubblico e della stampa.
Se il chip M1 è uno solo, come si fa a differenziare tra i diversi prodotti, cioè MacBook Air, MacBook Pro 13 e Mac mini, che hanno performance significativamente diverse? La differenza la fa la termica: il thermal envelope, cioè l'ambiente in cui lavora il chip. Se M1 è raffreddato con ventole e sta in un ambiente abbastanza spazioso, è più veloce, mentre più lo spazio si fa angusto e se non ci sono le ventole (come nei portatili e soprattutto nel MacBook Air, nel secondo caso) più viene rallentato. Da qui la differente performance. Ma il rallentamento non è un valore assoluto, una velocità unica: i processori moderni lavorano in parallelo su otto più otto più sedici nuclei di calcolo. Si tratta di una polifonia che deve essere orchestrata in maniera complessa e che rende futile una misura unica.
Negli approfondimenti con Apple però è emerso un piccolo particolare: c'è una versione leggermente meno potente del processore M1, quella del MacBook Air. Si tratta dello stesso processore ma con un nucleo di calcolo in meno nella parte grafica. Compromesso probabilmente per far funzionare lo M1 in un computer senza ventola oppure utilizzo dei processori di qualità relativamente inferiore nel ciclo di produzione a 5 nanometri fatto dalla taiwanese TSMC per conto di Apple? Comunque, un chip viaggia a una velocità leggermente inferiore.
La scheda madre cambia ma non troppo
Apple non ha spiegato se le schede madri dei nuovi computer utilizzano altre componenti che provengono dagli iPad e iPhone. L'architettura è simile, le dimensioni delle schede rimangono però sostanzialmente le stesse. Si aggiunge un nuovo chip, esterno a M1, che tratta la codifica del segnale video: è il chip che permette di far migliorare in maniera sensibile la qualità del video ripreso dalla medesima, purtroppo intramontabile videocamera 720p dei MacBook che è un po' il punto debole dal punto di vista della resa complessiva dei laptop di Apple, soprattutto in tempi di lockdown e videoconferenze continue. Forse un'aggiunta tardiva per migliorare un componente hardware che non poteva essere ancora cambiato.
Le dimensioni nei portatili
I tre computer che adottano i processori M1 sono identici per dimensione ai loro gemelli Intel della generazione precedente, dal punto di vista della scocca. I due portatili hanno batterie identiche a quelle dei predecessori, e quindi l'autonomia potenziata è tutta frutto del nuovo M1 e non di una maggiore riserva di energia.
Va notato oltretutto che il nuovo MacBook Air sostituisce il precedente versione Intel, non più commercializzato. Invece è un po' più complesso per il MacBook Pro 13, che è la versione due porte Thunderbolt 3 Usb 4 e il Mac mini. Per entrambi rimane in commercio la versione Intel più carrozzata.Questo vuol dire che in futuro Apple differenzierà i suoi prodotti sulla base del marketing e della dotazione (memoria e altro) ma non per la differenza concreta dei suoi processori. Non ci saranno più insomma processori più o meno veloci da scegliere, come accade sui Pc, ma solo un modello per generazione, come accade per gli iPhone e gli iPad, differenziato per funzioni e scopi.