
Il Digidog in azione a New York (immagine da nypost.com)
Lui si chiama Digidog e i suoi “fratelli” si chiamano Bolt, oppure Mac & Cheese. Per il loro creatore, invece, si chiamano tutti Spot: sembrano cani, ma sono automi. Sono cani robot prodotti dall’americana Boston Dynamics e costano più o meno 75 mila dollari l’uno. Digidog è uno di loro, e da qualche giorno lavora per il dipartimento di polizia di New York.
Gli agenti ancora non vanno di pattuglia per le strade di Manhattan con Digidog che cammina al loro fianco, ma quasi: questo cane robot, equipaggiato con sensori e telecamere e nelle ultime versioni pure con un “braccio” meccanico supplementare, è in grado di camminare, correre, stare in equilibrio, aprire porte e molto altro e come raccontato dal New York Post può essere usato in quelle che sarebbero situazioni pericolose per i “colleghi” umani, come fare irruzione in una casa dove si sospetta che si nasconda un malvivente.
Acquistati soprattutto dalle aziende, che affidano loro compiti noiosi e ripetitivi, oppure faticosi e pericolosi, come sorvegliare un capannone girandogli continuamente intorno o azionare un macchinario tutto il giorno, più volte al giorno, questi cani robot pesano più o meno 40 kg e la polizia americana li sta iniziando a usare anche come deterrente: dotati di sirene e lampeggianti, possono essere controllati da remoto e anche trasmettere le immagini di quello che vedono a un agente che sta al sicuro dentro l’auto di servizio.
The NYPD has been using robots since the 1970's to save lives in hostage situations & hazmat incidents. This model of robot is being tested to evaluate its capabilities against other models in use by our Emergency Service Unit and Bomb Squad. https://t.co/134Xl0ezox
— NYPD NEWS (@NYPDnews) February 25, 2021
Con l'arrivo di Spot, l'automa a 4 zampe "capace di tutto", il nostro futuro sembra terrificante
Le polemiche e i dubbi sul loro utilizzo
Su Twitter, il Nypd ha ricordato che la polizia di New York usa da anni cani e robot come supporto in casi di pericolo, come in occasione di un allarme bomba, e che combinare le due “cose” (i cani e i robot, cioè) potrebbe avere effetti benefici sia per affrontare le situazioni più difficili sia per tutelare gli animali, esponendoli a minori rischi.
C’è chi la pensa diversamente, però: sempre via Twitter, la deputata Alexandria Ocasio-Cortez (Democratici) ha domandato provocatoriamente “quando è stata l'ultima volta che abbiamo visto una tecnologia di questo livello usata per l'istruzione, l'assistenza sanitaria o le politiche della casa”. Per la Ocasio-Cortez, il punto è che i (tanti) soldi spesi per lo sviluppo e l’acquisto di Digidog sarebbero stati meglio utilizzati per politiche di assistenza sociale, soprattutto nei quartieri più degradati di New York, dove questi cani robot stanno iniziando a essere impiegati.
C’è un altro problema, almeno per le associazioni che difendono i diritti civili. Anzi, due problemi: il primo è che questi cani robot sono entrati in servizio senza che i cittadini ne sapessero nulla (cosa espressamente vietata da una recente ordinanza del Comune); il secondo è che una volta iniziato a usarli, non si sa quando e come si finisce. E in che modo, soprattutto.
Shout out to everyone who fought against community advocates who demanded these resources go to investments like school counseling instead.
— Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) February 25, 2021
Now robotic surveillance ground drones are being deployed for testing on low-income communities of color with under-resourced schools https://t.co/ZqKtnexctb
Torna Aibo, il cane robot di Sony
Che cosa potrebbe succedere in futuro
Il Digidog usato in via sperimentale dalla polizia di New York è una versione “base” del dispositivo della Boston Dynamics: non è armato, ma in futuro potrebbe facilmente essere armato; non usa tecnologie particolarmente raffinate, ma in futuro potrebbe essere facilmente dotato di intelligenza artificiale o anche collegarsi alla Rete per hackerare o spiare il computer di una persona sospetta. Tutto da remoto, senza correre alcun rischio. E senza essere visto.
Il punto legato all’Intelligenza artificiale è particolarmente delicato: le forze dell’ordine americane già usano (o stanno per usare) una telecamera smart che è in grado da sola di leggere le targhe delle macchine e presto, probabilmente, potrà pure usare tecniche di riconoscimento facciale. Si chiama Fleet 3, è prodotta dalla Axon (l’azienda che ha inventato il taser) e non è difficile immaginare qualcosa di simile su un cane robot poliziotto che cammina per strada e attraverso le telecamere scansiona ogni faccia e ogni auto, confrontando ogni faccia e ogni auto con i database delle forze dell’ordine. Senza che le persone e le cose oggetto di questo controllo ne siano minimamente consapevoli.
Da anni, non solo negli Stati Uniti, il dibattito su questo punto è aperto e soprattutto le persone stanno cercando con ogni mezzo di difendersi da questa invasione della loro privacy e da questo eccesso di sorveglianza, che va ovviamente a colpire tutti indistintamente, al di là che si abbia o meno qualcosa da nascondere.
Interpellato a questo proposito dal New York Times, Michael Perry, uno dei vicepresidenti della Boston Dynamics, ha ricordato che “questi robot non sono fatti per essere discreti: sono rumorosi, hanno le luci lampeggianti e le sirene, si fanno notare e non sono pensati per spiare le persone di nascosto”. Anche se è innegabile che a guardarli venga in mente Metalhead, uno degli episodi più belli della serie tv Black Mirror.