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Lo startupper che mette online le librerie indipendenti e riscrive il commercio digitale

Lo startupper che mette online le librerie indipendenti e riscrive il commercio digitale
Ha messo online una piattaforma per le piccole librerie indipendenti, alternativa ad Amazon: l’imprenditore Andy Hunter sta riscrivendo le regole del commercio digitale
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Talvolta Davide può battere Golia o comunque provarci: è quello che sta facendo Andy Hunter, figura ibrida tra startupper e pensatore contemporaneo, oggi riferimento dell’editoria declinata attraverso il digitale.

La stampa internazionale lo ha definito "il salvatore delle piccole librerie di quartiere americane", rispetto all’avanzata senza sosta di Amazon: all’inizio del 2020, poche settimane prima che l’emergenza della pandemia venisse fuori, ha messo in piedi Bookshop.org, piattaforma di vendita online di libri in diretta concorrenza col colosso di Bezos. Obiettivo: aiutare le librerie falcidiate dal predominio di Amazon, dai lockdown e dalle restrizioni. Pochi giorni, fa la sua piattaforma si è aggiudicata il World Changing Ideas Awards 2021 promosso da Fast Company.

Nei primi tre mesi del 2020, in concomitanza con il lancio, è riuscito ad aggregare ben 560 librerie, erodendo un timido, ma significativo 1-2% di quota di mercato ad Amazon. Il meccanismo di affiliazione è semplice: se una libreria entra nel network di Bookshop.org (l’adesione è gratuita) può creare sul portale una pagina in cui esporre i libri suddividendoli per liste, temi, genere, autore.

Come guadagnano le librerie aderenti
Ma c’è dell’altro: i librai della community possono arricchire ogni testo con i consigli di lettura e i lettori possono acquistare su quella determinata pagina oppure direttamente sulla homepage di Bookshop.org. Nel primo caso, il libraio guadagna il 30% del prezzo di copertina e nulla va a bookshop.org; nel secondo caso è Bookshop.org a guadagnare, ma per ogni vendita viene accantonato il 10%, che va ad alimentare un fondo redistribuito ogni 6 mesi a tutte le librerie che aderiscono.

In pochi mesi il fondo ha generato 11,5 milioni di dollari per le librerie indipendenti: "Amo le librerie e ai libri ho dedicato la mia vita. So che se Amazon continua a crescere, per molte di loro sarà impossibile sopravvivere. Un anno e mezzo fa pensavo che l'urgenza fosse dovuta per una risposta ad Amazon. Ora ripensandoci mi sembra quasi che tutto sia stato guidato dal destino, perché se non ci fossimo spinti in quel modo non ci saremmo lanciati in tempo per la pandemia", ha dichiarato Hunter a Fast Company.

Oggi il progetto ha conquistato il 5% del mercato americano, arrivando a novembre 2020 in Inghilterra, ed è stato descritto dal Guardian come "rivoluzionario per la storia della vendita di libri". Non solo acquisti digitali per pubblici connessi, perché con la fine dell’emergenza, Hunter si aspetta che le persino tornino a frequentare le librerie: "Non siamo preoccupati di perdere affari a causa di persone che tornano a fare acquisti in presenza, ma penso che ci sia ancora spazio per un e-commerce dei libri come il nostro", ha precisato Hunter.

Il lavoro come gioco infinito
La storia racconta come le idee migliori nascano dal gioco di squadra e siano destinate a fare la differenza anche in settori altamente complessi come quello dell’editoria. Ne è convinto anche l’etnografo Simone Sinek, che ha scritto il best-seller The Infinitive Game: "Nel business si parla di concorrenti, ma nel gioco infinito di cui parlo il vero concorrente non è rappresentato dagli altri, ma da se stessi. Gli altri diventano il termine di paragone cui guardare per migliorarsi", ha spiegato su Forbes, suggerendo un ripensamento del modo di fare impresa.

È il tempo delle alleanze, come hanno evidenziato James Bamford, Gerard Baynham e David Ernst sulle pagine dell’Harvard Business Review, suggerendo come non abbiamo più bisogno di silos, ma di ecosistemi integrati: "Le aziende avranno bisogno di tutti gli strumenti di cui dispongono per sopravvivere alla recessione e rilanciare le loro attività, dovranno ricalibrare le operazioni, riallocare le risorse e in alcuni casi reinventare completamente i modelli di business - hanno scritto Bamford, Baynham e Ernst - Ecco perché in molte realtà le partnership svolgeranno un ruolo sempre più strategico soprattutto per due elementi: da un lato, la necessità di condivisione dei costi; dall’altro la modalità di posizionamento per la crescita, una volta che la fase emergenziale sarà terminata".