L'Italia è uno dei Paesi cresciuti di più sul fronte innovazione negli ultimi anni. A mostrare il segnale di una svolta, rispetto ai nostri storici ritardi, ora è la Commissione europea, nel quadro europeo di valutazione dell'innovazione 2021.
Il quadro, pubblicato il 21 giugno, mostra che le prestazioni dell'Europa in materia di innovazione continuano a migliorare in tutta l'Ue. E in particolare in Italia, che con Cipro, Estonia, Grecia e Lituania è nel gruppo cresciuto di più dal 2014: di 25 punti percentuali. Non solo: l'Italia ha avuto "una forte performance" soprattutto nel 2019 e nel 2021, cioè poco prima e durante l'emergenza coronavirus.
Siamo comunque ancora in area gialla, quella di attenzione. Siamo tra gli "innovatori moderati" (come li chiama la Ue), molto lontani dai Paesi scandinavi, che dominano la classifica, Svezia in testa. Ma siamo i primi di quella fascia. In zona salvezza, si potrebbe dire. Ci siamo impegnati molto, possiamo migliorare, ma la strada è giusta: ce lo dice l'Europa.
I miglioramenti sono notevoli soprattutto in ambito banda ultra larga (dove in effetti solo negli ultimi due anni abbiamo colto i primi risultati degli investimenti degli operatori telefonici) e negli indicatori generici di innovazione. Abbiamo un sistema di ricerca mediamente ben attrattivo, siamo forti sulle Pmi che fanno innovazione, dice la pagella europea: "Il miglioramento della performance Italiana nel triennio 2018-2021 rispetto ai precedenti anni di stagnazione lascia ben sperare per il futuro ed è la diretta conseguenza di un intensificarsi degli interventi a favore dell'innovazione - ci ha detto Luca Carabetta (M5S) - La creazione del Fondo nazionale Innovazione, il potenziamento del piano Transizione 4.0, il cambio di marcia sul piano per la Banda ultralarga e la spinta sul cashless sono alcuni tra i principali punti programmatici su cui gli ultimi 3 governi hanno creduto e investito".
Le debolezze e la questione delle startup
Dove siamo deboli? La pagella mostra croniche e note carenze: il basso numero di laureati e di persone con competenze digitali e la debolezza nell'export di servizi innovativi.
Tra i punti critici però spicca un ambito su cui pure molti governi si sono impegnati: l'ecosistema startup. Il nostro indice di investimenti venture è la metà di quello che dovrebbe essere (50 punti contro i 96 che è il nostro indice complessivo di innovazione).
Un risultato che stupirà forse chi poneva più speranza negli incentivi creati dagli ultimi governi, ma non colpisce gli addetti ai lavori, che confrontano le proporzioni nanesche del nostro sistema venture con quelle della vicina Francia.
I nuovi ostacoli alla costituzione online di startup sono considerati come un intoppo ulteriore, di cui l'Italia non aveva bisogno. Al momento, il Movimento 5 Stelle (appunto tramite Carabetta) sta provando a ripristinare le vecchie regole semplificate tramite un emendamento alla conversione in legge del decreto Semplificazioni: "Molto ancora deve essere fatto per consentire all'Italia di competere ad armi pari a livello Europeo. Il Pnrr, tra ingenti risorse e misure di semplificazione, ci aiuterà a perseguire questi grandi obiettivi", è l'opinione di Carabetta.
Ma le startup, humus primigenio dell'innovazione, rischiano di confermarsi ancora nei prossimi mesi come il punto dolente del Paese su questo fronte. Seppur in un panorama di miglioramento: "C'è una continua convergenza all'interno dell'Ue, con i Paesi con prestazioni inferiori che crescono più velocemente di quelli con prestazioni più elevate, colmando così il divario di innovazione tra di loro", si legge nel report. Nel panorama globale, l'Ue sta ottenendo risultati migliori di concorrenti come Cina, Brasile, Sudafrica, Russia e India, mentre Corea del Sud, Canada, Australia, Stati Uniti e Giappone hanno un vantaggio in termini di prestazioni.
Il quadro europeo dell'innovazione di quest'anno si basa su un quadro rivisto, che include nuovi indicatori sulla digitalizzazione e la sostenibilità ambientale, portandolo maggiormente in linea con le priorità politiche dell'Ue. E l'Italia fa meglio della media sul fronte della sostenibilità.
Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, ha detto: "Le innovazioni europee come le tecnologie alla base dei nuovi vaccini Covid-19 sono state fondamentali per combattere e superare l'attuale pandemia. Il miglioramento delle prestazioni dell'Ue in materia di innovazione è un segnale molto positivo. Investire nell'innovazione significa investire nella nostra capacità di essere all'avanguardia tecnologica per un'economia e una società sostenibile, digitale e resistente".
Mariya Gabriel, commissario per l'Innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e la gioventù, presentando il rapporto ha ricordato che "l'impegno dell'Europa per l'innovazione è dimostrato dal suo continuo miglioramento delle prestazioni in materia di innovazione. Tutti gli Stati membri e le regioni dell'Ue stanno investendo di più nell'innovazione e il divario di innovazione nell'Ue sta diminuendo. A sostegno della capacità di innovazione dell'Europa, Horizon Europe promuoverà l'eccellenza e sosterrà i migliori ricercatori e innovatori per guidare i cambiamenti sistemici necessari a garantire un'Europa verde, sana e resiliente."
Elisa Ferreira, commissario per la Coesione e le riforme, ha dichiarato: "L'innovazione è sempre più uno dei fattori decisivi per promuovere lo sviluppo e la convergenza in tutta Europa. Mentre queste importanti relazioni evidenziano i progressi fatti in gran parte dell'Europa, rimane ancora un significativo divario di innovazione, in particolare per le regioni meno sviluppate e periferiche. Affrontare il divario dell'innovazione è fondamentale per la coesione economica, sociale e territoriale. I fondi di coesione continueranno a promuovere strategie di innovazione intelligenti e basate sui territori".