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La pressione dei grandi della tecnologia sull'Europa

La pressione dei grandi della tecnologia sull'Europa
Quanto spendono i big tech per influenzare le decisioni della Ue? Lo svela ora uno studio 
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Google, Facebook e Microsoft sono le tre aziende che investono di più in lobbying nella Ue. Esercitare pressioni su parlamentari e legislatori è una pratica vecchia di secoli, ma solo di recente la Comunità europea ha stabilito alcune misure per rendere il processo più chiaro e trasparente. Secondo il rapporto “The Lobby Network- Big tech’s web of influence in the Eu”, pubblicato dal Corporate Europe Observatory e Lobbycontrol, 612 fra aziende, gruppi e associazioni spendono più di 97 milioni di euro l'anno per le politiche dell'economia digitale dell'UE. La tecnologia supera il settore farmaceutico, quello dei combustibili fossili, la finanza e la chimica, storicamente più inclini alle lobby.

Stando ai dati presentati al registro per la trasparenza dell'UE fino a metà giugno del 2021, Google è al primo posto, con 5,75 milioni di euro, seguita da Facebook (5,5 milioni), Microsoft (5,25 milioni), poi Apple (3,5 milioni), Huawei (3 milioni) e Amazon, sesta con 2,75 milioni.  

"Dovrebbe essere motivo di preoccupazione il fatto che le piattaforme possano usare questa potenza di fuoco per assicurarsi di essere ascoltate - rispetto alle voci contrarie e critiche - nel dibattito su come costruire nuove regole per le piattaforme digitali", si legge nello studio. Dove si rileva come queste industrie abbiano regolarmente accesso alla Commissione europea, con loro rappresentanti presenti a 202 dei 271 incontri su DSA (Digital Services Act) e DMA (Digital Markets Act), i progetti di legge che puntano a limitare lo strapotere delle big tech. Ma non basta: a promuovere la narrativa dell'industria tecnologica ci sono pure associazioni commerciali e d'affari, think tank e perfino partiti politici. Sì, c’è ancora molto da fare.