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Razer Enki, la sedia “da gamer” che in realtà è per tutti

Razer Enki, la sedia “da gamer” che in realtà è per tutti
Comoda, spaziosa e adatta anche ai fisici più imponenti: ecco una sedia con cui affrontare bene lunghe sessioni di gioco e lavoro
2 minuti di lettura

Dopo il modello Iskur, Razer presenta sul mercato la sua seconda sedia pensata per chi passa molto tempo di fronte al computer: si chiama Enki.

La sedia arriva in una scatola decisamente voluminosa che contiene un paio di guanti per evitare di ferirsi durante il montaggio (ma che sono privi di grip, quindi non adatti per sollevare), una chiave speciale per avvitare i vari bulloni e le varie parti di cui è composta la struttura, cioè seduta, schienale, sistema di inclinazione a molla, ruote, braccioli e base.

Il nostro consiglio è di non montarla da soli, anche se è un’operazione abbastanza semplice che si può completare in una decina di minuti.

Come si può regolare
Enki presenta una seduta e uno schienale molto ampi, che la rendono adatta a persone fino a 135 kg di peso e circa due metri di altezza, ma questa misura, unita al fatto di poter posizionare il cuscino di memory foam in due posizioni differenti, la rende anche adatta a figure più minute, che possono sfruttare lo spazio a disposizione per una seduta ancora più comoda. Dal punto di vista delle regolazioni è possibile ovviamente gestire l’altezza e l’inclinazione dello schienale, che arriva fino a un angolo di 125°, quindi quasi una posizione orizzontale. È anche possibile regolare l’inclinazione della seduta e la forza necessaria per farla reclinare e gestire altezza e rotazione dei braccioli in 4 direzioni differenti, così da trovare sempre la posizione ottimale.

Per quanto riguarda i materiali, Razer Enki ha una solida base di metallo con ruote saldamente ancorate che sembrano in grado di sostenere tranquillamente carichi ingenti senza deformarsi. Il rivestimento è un misto di pelle sintetica e tessuto: la prima si trova sui lati e in una striscia al centro, mentre il tessuto con lavorazione trapuntata, molto resistente, si trova sulla seduta e sullo schienale.

Come si sta seduti
Questa scelta tutto sommato è la più adatta, considerando l’arco dei 365 giorni in cui ci si può trovare di fronte al computer, ma ovviamente comporta alcuni compromessi: la pelle è più facile da pulire, ma anche parecchio più calda, meno resistente a eventuali graffi e forse più scomoda sul lungo periodo; il tessuto invece può accumulare più polvere o a macchiarsi di sudore nei mesi più caldi, ma crea allo stesso tempo un po’ meno calore e resiste meglio all’usura prolungata e allo sfregamento. Bilanciando pro e contro, la scelta si rivela abbastanza equilibrata.

Per quanto riguarda la morbidezza dell’imbottitura, Razer ha scelto di utilizzarne un più dura sulla schiena, per dare maggiore supporto, e una più morbida sulla seduta, così da garantire maggiore confort e aiutare la circolazione.

Ma come si comporta la Enki dal punto di vista della comodità? Decisamente bene, anche perché c’è molto spazio per trovare la posizione giusta e l’imbottitura soffice (ma non troppo) permette di stare seduti per lungo tempo senza avvertire alcun fastidio. Il supporto lombare è buono (ma non regolabile), mentre il cuscino aggiuntivo di memory foam può essere utile, ma ci saranno determinate altezze in cui potrebbe rivelarsi più fastidioso che comodo, perché ha solo due posizioni: o fissato con una fascia elastica nella parte alta dello schienale o con un passante nei fori posteriori per le persone più piccole. Nel complesso, la Enki si è rivelata un perfetto trono da gaming, avvolgente, comoda e adatta sia per giocare rilassati sia per scrivere un pomeriggio intero. E poi c’è anche l’aspetto visivo: pur mantenendo alcune note di verde fluo tipiche del marchio, la predominanza del nero la rende poco invasiva in molti contesti, quindi adatta anche a salotti o studi che non siano perfettamente in linea con l’archetipo del gamer.

Ovviamente il prezzo di Razer Enki, cioè 329 euro, non è basso, ma è in linea con i prodotti della concorrenza: la qualità costruttiva, i materiali e l’impressione che sia in grado di durare anni giustificano la spesa di una sedia in grado di accompagnarci anche nel caso fisionomia e peso dovessero cambiare nel tempo.