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Latitudo 40, la startup che risolve i problemi delle città con l’aiuto dei satelliti

Latitudo 40, la startup che risolve i problemi delle città con l’aiuto dei satelliti
Fondata a Napoli nel 2018, sta aiutando città come Torino, Helsinki e Barcellona nelle strategie di pianificazione e politica ambientale
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Latitudo 40 è la startup italiana che grazie a dati elaborati dalle immagini satellitari sta aiutando città come Torino, Helsinki e Barcellona nelle strategie di pianificazione e politica ambientale: “Analizziamo tutto ciò che non è in tempo reale, come concentrazione di verde urbano, edifici, acque, numero di auto, inquinamento e ogni altro parametro che i nostri algoritmi di intelligenza artificiale sono in grado di estrapolare dalle foto scattate dai satelliti", ci ha spiegato il co-fondatore, Vincenzo Vecchio.

Questo settore è in continua evoluzione, e sebbene la tecnologia satellitare esista da anni, le applicazioni commerciali sono recenti. Latitudo 40 è nata nel 2018 come spinoff dell'Università degli Studi di Napoli Federico II; non a caso il nome è un riferimento alla latitudine del capoluogo campano. “Ai tempi eravamo un gruppo di ingegneri specializzati in telerilevamento, guidati da alcuni docenti, che si confrontavano persino con la difficoltà di acquistare le immagini - ci ha raccontato ancora Vecchio - Oggi Airbus offre un servizio pay-per-use immediato, c'è persino l'ampio archivio gratuito del programma Copernicus della Commissione Ue. Ma anni fa si parlava di abbonamenti da 100mila euro con burocrazia e documenti che richiedevano 3 mesi di lavoro”.

I fornitori di immagini sono numerosi, e si può spaziare da tipici scatti fotografici a impronte radar (Sar, cioè synthetic aperture radar) con livelli di accuratezza e risoluzione diversi. Ciò vuol dire che l'intelligenza artificiale può rilevare differenze strutturali, chimiche e termiche analizzando le variazioni cromatiche. Ovviamente non si parla di aggiornamenti in tempo reale, ma cadenze di scatto comprese tra poche ore e qualche giorno, a seconda dei casi.

Che cosa si può fare con Latitudo 40
Vecchio ci ha spiegato che “le foto più accurate arrivano a 30 centimetri di risoluzione: le abbiamo usate per contare il numero di auto presenti nei parcheggi, analizzare l'edificato e l'abusivismo, e quelle radar per rilevare micro-movimenti all'interno di ponti e altre infrastrutture civili a rischio. Per Terna abbiamo monitorato la vegetazione che poteva mettere a rischio la rete elettrica”.

Oggi i principali clienti sono la Pubblica Amministrazione o i system integrator che hanno a che fare con la PA. E l'attività principale è ormai quella che ricade sotto il cappello dello sviluppo sostenibile (Esg, cioè environmental, social and corporate governance). Si pensi alla possibilità di disporre di uno storico di 6-7 anni relativo a ogni elemento di una città: i rapporti tra superficie verde ed edificato, il livello di inquinanti, la temperatura del suolo "e anche urban cooling e carbon sequestration". Vincenzo Vecchio ha sottolineato che proprio su questi ultimi due termini tecnici si sta giocando molto dell'impegno delle città, poiché fanno riferimento alla capacità di raffreddamento e di cattura di CO2 dell'ambiente urbano: "Possiamo anche simulare gli effetti dell'incremento delle aree verdi o di nuove strutture su questi parametri. Per esempio, a Barcellona c'è un serio problema di bolle di calore, che in alcune zone potrebbe mettere a rischio la salute delle persone, soprattutto le più anziane".

Un'altra recente applicazione riguarda l'agricoltura: ci sono imprese di grandi dimensioni e agronomi che hanno bisogno di dati da dare in pasto ai cosiddetti farm management system, i gestionali di ultima generazione per fattorie e allevamenti. Nello specifico, i satelliti consentono di affinare l'analisi dei terreni, gli indici di vegetazione, lo stato delle foglie e anche il grado di umidità: "Nei primi anni lavoravamo molto come consulenti, oggi questo avviene nelle casistiche più complesse, ma sostanzialmente forniamo un accesso a una piattaforma che mostra tutti i dati all'interno di un'agevole interfaccia grafica - ha fatto notare l'ingegner Vecchio - È una sorta di cruscotto, con l'area di interesse in primo piano, i dati, lo storico, la sezione previsionale, le stringhe di ricerca e ogni altro elemento utile ai decisori e loro consulenti".

Che cosa succederà nei prossimi anni
Per quanto riguarda il futuro, Latitudo 40 punta decisamente verso l'analisi predittiva potenziata, grazie anche all'implementazione più accurata del cosiddetto gemello digitale (cos’è?) cittadino. L'idea è che grazie alla raccolta di più dati provenienti da sensoristica e osservazione si possa dare vita a un modello su cui sperimentare nuove soluzioni e valutare l'impatto di ogni progetto. Non è tutto: "Pensiamo anche a una compravendita di crediti di CO2 con imprese da una parte e realtà accreditate dall'altra - ci ha anticipato Vecchio - In questo modo, gli stessi Comuni potrebbero ottenere fondi da re-investire su nuovi progetti ambientali e di fatto stimolare un circolo virtuoso”.