Visto che è il giorno dei nuovi ministri, del nuovo governo e delle nuove promesse che renderanno l’Italia - speriamo - un paese migliore, ne voglio ripescare due del recente passato che sono rimaste inspiegabilmente al palo e che invece è bene mantenere subito.
Di quelle promesse sono stato il testimone oculare, e in un certo senso, il garante. Dunque, era il 4 marzo, non quello storico del 2018 che sembrò l’inizio della Terza Repubblica, ma quello successivo. Sei mesi fa esatti.
Luigi Di Maio aveva scelto quel giorno, per M5s altamente simbolico, per la presentazione solenne del Fondo Nazionale Innovazione, una misura che le startup nostrane attendono da anni per poter sperare di crescere e competere con quelle del resto del mondo. Parliamo di venture capital, del capitali di rischio che gli investitori mettono in una nuova azienda fortemente innovativa, sperando che faccia il botto.
Quei capitali in Italia sono rigagnoli se confrontati con quelli del resto d’Europa, per non parlare di Cina e Stati Uniti. Per questo nell’ultima legge di bilancio è stato istituito il Fondo Nazionale Innovazione, uno strumento di Cassa Depositi e Prestiti con una dotazione di un miliardo di euro. Non tanto, ma nemmeno bruscolini. Fabrizio Palermo con Riccardo Luna sul palco
Insomma il 4 marzo 2019 Di Maio alle Officine Grandi Riparazioni di Torino ha presentato in pompa magna l’operazione. Su una mia domanda precisa ha preso l’impegno che il Fondo fosse operativo per la fine di maggio. Dopo di lui sul palco è salito l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, il manager Fabrizio Palermo, uomo di fatti e poche parole, che con qualche ritrosia ha confermato: fine maggio.
Meno di tre mesi per smarcare l’autorizzazione della Banca d’Italia e nominare i vertici. Indicò anche una sede prestigiosa, un palazzo storico vicino alla stazione Termini, dove il giorno dopo infatti spuntarono ponteggi e una scritta cubitale: stiamo lavorando alla nuova sede del Fondo nazionale innovazione.
Già che c’ero chiesi a Palermo che fine aveva fatto un’altra promessa, dell’anno precedente, ovvero l’apertura di un avamposto italiano in Silicon Valley per supportare le nostre startup, progetto affidato a Talent Garden e per cui è tutto pronto. Entro l’estate, disse Palermo. Tecnicamente è ancora estate. E sarebbe bene che quelle due promesse venissero mantenute in fretta. Si tratta di innovazione che non è di destra né di sinistra si sarebbe detto una volta; oggi potremmo dire che non è gialla, né rossa, né verde. È di tutti, è per tutti. E non può più aspettare.